Questa famiglia di quattro persone è stata infatti sfrattata e sgomberata in malo modo dal proprio appartamento, in via Borremans, 90, pur avendolo regolarmente acquistato con la partecipazione, il signor Giovanni ne è anche socio fondatore, al progetto di costruzione di uno stabile, realizzato, 1991, da una cooperativa edilizia postelegrafonica che ha poi mutato la propria denominazione e che risulterebbe ad oggi inesistente.
Per la costruzione di questo alloggio la famiglia Musco ha già versato 60 milioni di lire, su 80 richiesti, e pagato sempre le varie utenze (luce, gas e spese condominiali) il tutto conservando le relative ricevute postali.
Non siamo dunque in presenza di “abusivi”, ma di effettivi proprietari il cui denaro, sborsato per le rate del mutuo, sembra essere sparito nel nulla, né mai è stato loro restituito, perché risulterebbe versato senza una reale causale.
Loro unica colpa, l'essersi opposti al primo sfratto e aver "occupato" il loro stesso appartamento dal 31 gennaio, chiedendo di attendervi l'esito dell' interminabile vicenda giudiziaria.
Anche non inoltrandosi nello specifico della complessa vicenda legale, che sarà discussa in sede giudiziaria presso la Corte d’Appello di Caltanissetta, con udienza fissata per il 31-10-2013, Forza Nuova Sicilia, nell'esprimere la propria solidarietà ai Musco, denuncia il vergognoso accanimento contro una famiglia italiana che viene privata dell’unica casa - prima ancora del completamento della suddetta causa legale - nella completa indifferenza delle istituzioni, pronte invece a mantenere, a spese degli italiani, gli immigrati clandestini, oggi simpaticamente ribattezzati “migranti”, e a discutere di soluzioni alternative quando il condannato si chiama Berlusconi.
Una famiglia è stata privata del bene primario della casa con grande spiegamento di forze in assetto antisommossa (!) - ritenute necessarie ad affrontare i due figli e i due anziani genitori, uno dei quali con gravi problemi di salute - che, in un Paese normale, avrebbero certamente trovato un uso più appropriato e utile alla sicurezza della comunità.
Attualmente la famiglia Musco si trova in una struttura della Curia in cui, per altro, dal 13 agosto, la mensa che funzionava per tre giorni alla settimana è stata chiusa per ferie. I Musco, quindi, si ritrovano senza una cucina per i pasti e senza un frigorifero per gli alimenti e per i farmaci che lo richiedono.
Le istituzioni “democratiche” sono, come sempre, forti con i deboli e assenti con i forti!
Forza Nuova Sicilia, Segreteria Regionale