(ASI) Perugia.
Lettere in Redazione - A Perugia è diventato sempre più difficile esercitare i diritti civili attraverso quellapartecipazione popolare chiamata raccolta di firme con tavoli in piazza, in mezzo alla gente, ai cittadini.
E
' già la seconda estate consecutiva che
radicaliperugia.org promuove raccolte firme: l'anno scorso su petizioni popolari riguardanti le politiche di riduzione del danno in materia di droga o di prostituzione, quest'anno su proposte di legge di iniziativa popolare in materia di testamento biologico e situazione carcere.
Adesso radicaliperugia.org è impegnato nella difficile raccolta per 12 referendum nazionali in materia di diritti civili, giustizia, libertà individuali. I comitati promotori dei referendum sono - come ha garantito la Corte Costituzionale - organi dello Stato dal momento in cui depositano i quesiti fino al momento della convalida del voto popolare. La raccolta firme, quindi, non è solo un fatto burocratico o come aprire una bancarella per commercio ambulante: esercitare i diritti civili dovrebbe avere particolari garanzie.
Senza occupare chissà quanti metri quadrati - un tavolo e due sedie!!! - ci sembra particolarmente grave non essere stati autorizzati - sia l'anno scorso che quest'anno - a occupare suolo pubblico in piazza della Repubblica o in corso Vannucci durante Umbria Jazz o durante giugno dove invece proliferavano bancherelle di tutti i tipi: a differenza degli anni passati, siamo stati costretti ad avere sempre posti di ripiego, di scarso transiito, impedendo, anche per questo, ai cittadini di poter conoscere per decidere con gli strumenti della partecipazione popolare.
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