(ASI) Per le grandi interviste esclusive di Agenzia Stampa Italia abbiamo incontrato Sua Eccellenza Artis Bertulis, Ambasciatore della Repubblica di Lettonia in Italia. La Lettonia è un paese giovane ma quanto mai dinamico che poco più di 20 anni ha ottenuto grandi risultati.
La sua capitale Riga in questo 2014 ha avuto il privilegio di essere la Capitale europea della cultura mentre dal prossimo I gennaio raccoglierà il testimone proprio dall’Italia ed assumerà la presidenza di turno dell’Unione europea.
Abbiamo approfittato di questa occasione per conoscere meglio questo paese e capire bene i rapporti politici ed economici tra Roma e Riga.
1) La Lettonia è stato tra i primi paesi, quasi 25 anni fa, a staccarsi dall’Urss e riconquistare la propria autonomia politica. Quanta strada ha fatto il vostro paese in questi anni, dove è arrivato e soprattutto dove vuole arrivare?
Negli ultimi 25 anni abbiamo vissuto novità importanti. Queste hanno riguardato sia la Lettonia come nazione, la nostra società e noi stessi come individui. Il 23 agosto del 1987 c’è stata una delle prime manifestazioni a Riga contro il regime sovietico. Quella è stata una delle prime occasioni in cui si è potuta vedere la bandiera Lettonia. A pensarci oggi è difficile immaginare come solo 25 anni fa la semplice detenzione del nostro vessillo nazionale comportasse l’essere spedito in un qualche gulag in Siberia. Quest’anno sono anche 25 anni dalla famosa via baltica la famosa catena umana che collega Vilnius, Riga e Tallin; la nostra richiesta di libertà che collegava non solo idealmente i tre paesi in una manifestazione completamente pacifica. Purtroppo nel 1991 il nostro percorso verso la libertà è stata compromessa dalla decisione di Gorbaciov di inviare i carrarmati per fiaccare le nostre richieste. In seguito a quella decisione sono morte 14 persone a Vilnius e 6 a Riga tra cui alcuni giornalisti; nonostante ciò riteniamo che quella sia stata una rivoluzione fatta cantando. Nell’agosto del 1991 l’Italia è stata tra i primi paesi a riconoscere la riconquista della nostra indipendenza come già nel 1921 per questo saremo sempre grati al vostro paese. Nonostante avessimo conquistato l’indipendenza eravamo ancora lontani dall’essere una nazione, non avevamo una moneta, una diplomazia, delle forze armati. Era un momento molto difficile dovevamo costruire una nazione quasi da zero ma siamo riusciti a raggiungere ugualmente ottimi risultati. Dove volgiamo arrivare? Ad una situazione di normalità. Ci piacerebbe trovarci sulla pagine dei giornali che parlano di sport, cultura ed economia non solo in quelle di cronaca; l’ultimo secolo è stato molto turbolento per noi, il nostro obiettivo è quello di vivere pacificamente prosperando e sfruttando tutte le potenziali che il secolo attuale ci può offrire.
2) Di recente il vostro interscambio economico con Mosca ha subito un brusco ridimensionamento, con un incremento di quello verso ovest. Ciò è stato determinato solo da alcuni fattori momentanei o in ciò vi è anche una presa di distanza verso le politiche di Putin, soprattutto per quanto attiene alla Crimea?
A questo proposito vorrei precisare che la nostra economia è piccola ma dinamica, solitamente impariamo dai nostri sbagli. Il più grande riorientamento dei nostri sistemi di export del 1998 dopo una crisi in Russia e dopo la crisi del 2009 sono figli della consapevolezza che il nostro business dovesse essere orientato dai mercati locali verso l’estero. La Lettonia ha una posizione molto forte sulla Crimea e sull’atteggiamento della Russia. Ciò ovviamente si riflette sui nostri rapporti internazionali, noi siamo comunque pronti a vedere le conseguenze delle sanzioni e la loro efficacia. Non abbiamo constatato delle vere e proprie cadute dei rapporti con la Russia ma sicuramente il settore alimentare ne può aver risentito, soprattutto per quanto riguarda il commercio del pesce. Qui il calo è stato del 205 anche se abbiamo compensato con il commercio di altri prodotti. Per avere una visione complessiva degli scambi con la Russia siamo comunque sopra il 13% del totale. Ci sono anche altri fattori che hanno influenzato gli scambi, tra cui i dazi di cambio con la moneta russa.
3) Da circa 10 anni siete membri della Ue. Cosa ha rappresentato per il vostro popolo entrare a far parte di questa entità sovranazionale così diversa da quella sovietica che per decenni vi aveva oppresso?
La Lettonia ha stabilito da subito i suoi obiettivi nella Ue, una piena integrazione in questa e nelle organizzazioni transatlantiche. Ero presente quando è stato siglato l’accordo di associazione nel 1995. I lettoni, per loro naturale sono esterofili essendo una nazione marittima siamo sempre stati molto attivi nel proiettarci verso l’estero a partire dalla Lega Anseatica del XIII secolo. Siamo sempre molto attivi nella formazione della nuova Europa, abbiamo aderito all’eurozona nel gennaio 2014 e siamo pronti per la nostra prima presidenza della Ue che avverrà tra pochissimo. Personalmente posso ammettere che siamo felici di poter decidere quello che sarà il nostro futuro, sapere che ci si può muovere da Lisbona fino ai nostri confini senza problemi.
4) Sempre da una decina di anni fate parte della Nato. Questo quali cambiamenti ha comportato nelle vostre forze armate e nelle vostre strutture difensive?
La Lettonia si sente sicura come mai prima per essere un paese membro della Nato. Siamo coinvolti in molte operazioni nato tra cui quella in Afghanistan e in alcuni paesi africani. Ora abbiamo un sistema di forze armate professionale, guardando alla nostra storia nel 1991 non potevamo avere un esercito perché dipendevamo da Mosca. Offriamo ai nostri partner Nato un pacchetto di competenze molto ampie che riguardano strumentazioni militari e supporti. Apprezziamo molto l’atteggiamento della Nato in questi periodi molto turbolenti, siamo grati al sistema di forze aeree italiane che parteciperà alla missione di air policing che partirà il I gennaio 2015 e riguarderà la sorveglianza del sistema aerospaziale baltico.
5) Quali ripercussioni ha avuto la crisi economica globale sul vostro paese?
L’impatto è stato duro, il sistema economico ne ha risentito molto in termini di Pil, abbiamo perso il 18%, l’austerità si è sentita in tutto il paese. Abbiamo dovuto ridurre del 30% il personale dell’amministrazione pubblica ma non è bastato, chi è rimasto si è visto ridurre lo stipendio del 30%. Abbiamo adottato una riforma del sistema amministrativo molto ampia, abbiamo tagliato le spese ritenute non necessarie, siamo riusciti a reagire in modo abbastanza rapido. Negli ultimi 4 anni la nostra economia non solo ha recuperato ma siamo anche riusciti a rispettare tutti i parametri europei entrando a far parte dell’eurozona per i nostri meriti. Il nostro governo ha previsto per il 2015 un deficit di appena l1% mentre il debito estero sarà di appena il 35% del Pil. In questi ultimi quattro anni siamo cresciuti sempre del 3/4 % e speriamo di continuare così.
6) Quali sono attualmente i rapporti politici ed economici tra Roma e Riga ed eventualmente in quali settori gli imprenditori italiani potrebbero trovare spazio per delocalizzare alcune produzioni?
Le relazioni politiche sono molto buone e dinamiche finalizzate al raggiungimento di obiettivi comuni anche a livello europeo. Molti funzionari lettoni hanno partecipato a riunioni e vertici qui in Italia. ovviamente abbiamo priorità nazionali diverse ma la cooperazioni di questi mesi è stata di successo possiamo quasi parlare di un collegamento diretto tra il Mediterraneo ed il Baltico. I rapporti commerciali sono buoni ed in continuo sviluppo anche per collegati e traffico. Riga è molto ben collegata, ci sono voli diretti da Roma e Milano, la nostra compagnia serve anche Bari, Olbia e Venezia. Come scambi commerciali siamo intorno al mezzo miliardo di euro. Compriamo i vostri prodotti made in Italy per 150 milioni l’anno. Per quanto riguarda settori in cui investire ritengo che noi siamo un’ottima piattaforma non solo per il mercato baltico ma per tutto il mercato nordico. La Lettonia ha una tradizione molto lunga nel settore dei mobili e dei legni pregiati, l’Italia è famosa per il design, una combinazione tra questi due elementi potrebbe avere ottime prospettive di sviluppo. Un altro settore molto buono è quello dell’hi-tech, la nostra connessione internet è la seconda più veloce al mondo ed abbiamo una buona conservazione dei dati, il cosiddetto claud. Infine, ma non come importanza, anche il settore turistico ci sta dando dei grandi risultati. Grazie alla nomina di Riga a Capitale europea della cultura abbiamo avuto un incremento di presenze italiane del 24%
7) A breve terminerà il semestre di presidenza italiana della Ue ed inizierà il vostro. A luglio il nostro paese, il vostro ed il Lussemburgo hanno messo a punto una bozza di documento programmatico in cui si definiscono le priorità d’intervento fino fine del 2015. In particolare si tratta di un programma di ampio respiro atto a dare omogeneità e continuità all’attività intrapresa sotto presidenza italiana. Ce ne può illustrare meglio i contenuti?
Posso dire che l’Italia ha condotto una presidenza di successo, specie in un momento di grande cambiamento. Considerando i 18 mesi di queste tre presidenze forse non è un grande lasso di tempo ma è importante sottolineare come l’Italia abbia già ottenuto buoni risultati. Nell’ambito di questo trio abbiamo cercato di perseguire obiettivi comuni, in primi il superamento della crisi economica, la crescita del mercato del lavoro e lo sviluppo delle potenziali dell’economia digitale. Non abbiamo sottovalutato la necessità di continuare a far crescere le istituzioni europee a livello globale, far crescere il ruolo della Ue sarà uno dei nostri obiettivi. Come affermato anche dalla Mogherini guarderemo molto all’Europa dell’est ed al sud europeo, anche alla luce dei rapporti con queste regioni, con l’obiettivo di costruire un’Europa sempre più competitiva e globalmente coinvolta. Un altro dei nostri obiettivi sarà il rafforzamento di un sistema energetico alternativo ed anche la crescita del mercato energetico interno.
8) Cosa rappresenta l’Italia per i lettoni e che opinione si ha del nostro paese da voi?
Sicuramente l’Italia fa pensare ad un mondo incredibilmente creativo da un punto di vista delle arti. Percepiamo che c’è un innata caratteristica negli italiani di aspirare e creare bellezza nell’arte e non solo. Riteniamo che gli italiani abbiamo anche le giuste capacità per farlo. Anche nelle scienze gli italiani hanno fatto molto, li consideriamo delle persone innovative se pensiamo che i grandi geni italiani hanno dato tanto al mondo in tutti i settori. Dobbiamo a voi il cuore artificiale e la macchinetta per il caffè, la radio, il telefono ed il reattore nucleare. L’Italia è un paese bellissimo pieno di persone di talento.
Ettore Bertolini - Fabriazio Di Ernesto - Natsuko Moritake - Agenzia Stampa Italia