(ASI) L’Aquila, - «Ciò che conta è che sia buona e sana, poi se ne può consumare anche meno, anche poca. L’importante è sapere qualecarne si porta a tavola, tanto a Pasqua quanto in ogni altro giorno dell’anno, per salvaguardare la pastorizia, che presidia le aree interne d’Italia evitando gli incendi. Ma anche per tutelare la salute dei consumatori».
Nunzio Marcelli, presidente del Consorzio di Tutela dell’Agnello del Centro Italia IGP, parla di sane abitudini alimentari ma anche di diritti dei con sumatori, perché «fondamentale è», spiega, «avere le garanzie necessarie che la certificazione e la tracciabilità assicurano nella nostra filiera ad Indicazione Geografica Protetta».
Preferire la carne proveniente da animali allevati prevalentemente al pascolo a quelli in stalla con mangimi.
In un mercato come quello attuale, in cui – soprattutto in vista delle festività – i quantitativi richiesti, i prezzi ed i margini di guadagno non sono distribuiti equamente lungo la filiera, a sfavore dei pastori, assume cruciale importanza sapere dove sono stati allevati e quanti chilometri hanno percorso quegli animali per giungere a noi, e cosa abbiano mangiato: erba o fieni– come tutti inconsciamente crediamo – o mangimi in stalla?
«Bene, è proprio grazie al buon fieno e all’erba dei nostri pascoli dell’areale che questi animali brucano per almeno otto mesi all’anno», incalza Marcelli, «che le carni di Agnello del Centro Italia IGP diventano un “super-food”: con meno grasso rispetto a quelli allevati in stalla, un equilibrato rapporto tra Omega-6 e Omega-3 e all’elevata presenza di acido linoleico coniugato.
Il disciplinare di produzione garantisce il consumatore sulla qualità e l’origine del prodotto, definisce le caratteristiche e la presentazione del prodotto, i legami con la zona di origine, il metodo di allevamento, produzione e tracciabilità.
L’organismo di certificazione autorizzato dal Ministero dell’Agricoltura ne verifica l’attuazione l’ungo la filiera
Un cibo salutare
La buona qualità delle proteine, per la presenza di aminoacidi essenziali in proporzione equilibrata, e il contenuto di ferro e vitamine del gruppo B che concorrono a soddisfare i fabbisogni giornalieri raccomandati.
Infine si è soffermato sull’ottima digeribilità delle carni e sulle peculiarità delle loro caratteristiche organolettiche.
Una pastorizia eroica, che mantiene vive le aree interne
Oltre a tutelare i consumatori, questo sistema di garanzia e protezione assicura alle aree interne del nostro Paese – nel caso dell’Agnello del Centro Italia IGP, attraverso il pascolamento – il necessario presidio territoriale, che riduce drasticamente i rischi di incendio, tutela la biodiversità vegetale (la grande varietà di erbe) e animale (inclusi i preziosi impollinatori), valorizza il paesaggio e, sottolinea Marcelli, «garantisce al governo centrale l’unico baluardo contro le speculazioni sui fondi europei».
«Molto c’è ancora da fare ma molto è stato fatto», aggiunge il direttore del Consorzio Giampaolo Tardella, «in questi ultimi anni per tutelare, valorizzare e promuovere la carne di Agnello del Centro Italia IGP, le sue comunità e le relative culture locali. Si pensi solo alla transumanza – dal 2019 patrimonio immateriale Unesco – che, pur trasformandosi nel tempo, rimane vitale e concorre alla promozione di un turismo “minore” che è in forte crescita e che sostiene esso stesso le aree marginali, frenando lo spopolamento».
Il Consorzio forma i professionisti di domani
«Tra le iniziative che ci permettono di guardare a un futuro migliore», prosegue Tardella, «merita di essere evidenziato il tour di educazione e formazione che negli ultimi due mesi, per il secondo anno, ha toccato alcuni tra i più importanti Istituti Alberghieri e Agrari d’Abruzzo. A L’Aquila, Roccaraso, Giulianova e Pescara, nelle ultime settimane, abbiamo portato questo straordinario prodotto all’attenzione di centinaia di studenti e studentesse e dei loro docenti, con il contributo di specialisti agronomi, nutrizionisti e storici e di giovani pastori intervenuti a raccontare vite fatte di sacrifici, orgoglio e soddisfazioni, ma anche – purtroppo – di alcune difficoltà che auspichiamo vengano presto risolte».
«Un’attività quella nelle scuole», ha concluso il direttore del Consorzio, «che già oggi porta risultati, ma che – ne siamo certi – ne garantirà ancor più in futuro, quando questi ragazzi e ragazze saranno professionisti dell’hotellerie e della ristorazione».