(ASI) L’Istat ha pubblicato il 13 gennaio la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana riferito al periodo novembre dicembre: la decelerazione delle spinte inflazionistiche causata dall’orientamento restrittivo della politica monetaria e la moderazione dei prezzi dei prodotti sono i due scenari che hanno caratterizzato il panorama internazionale di fine anno.
“La quotazione del Brent a fine anno (80,9 dollari al barile a dicembre, 99,8 la media del 2022) ha continuato a diminuire mentre i listini del gas naturale europeo sono rimasti stabili sui 36 $/mmbtu1, valore comunque decisamente inferiore a quelli dei mesi estivi (60,2 $/mmbtu la media del trimestre luglio-settembre).”
Tra novembre e dicembre, la produzione industriale italiana ha registrato una flessione congiunturale (-0,3%) minore rispetto a settembre e ottobre per tutti i settori, con l’eccezione di quello dei beni strumentali.
Nello stesso periodo sono aumentati gli inattivi mentre è diminuito il numero degli occupati, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,8%.
“A novembre, l’occupazione è diminuita moderatamente dopo il miglioramento registrato nei due mesi precedenti. Il tasso di occupazione si è attestato al 60,3%, registrando un calo di circa 0,1 p.p. (-27mila unità rispetto a ottobre); il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,8% mentre quello di inattività è aumentato marginalmente (+0,1 p.p).
La diminuzione degli occupati è stata dovuta principalmente alla componente dei dipendenti permanenti (-0,6% rispetto a ottobre, -94mila unità), controbilanciata in parte dall’incremento sia dei dipendenti a termine (+2,0%) sia dei lavoratori autonomi (+0,1%). Il tasso di occupazione è risultato stabile per gli uomini e in leggera diminuzione per le donne (0,1 p.p.) a cui si è associato –sempre per la componente femminile- un aumento del tasso di inattività (+ 0,2%).”
L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) ha mostrato un moderato rallentamento anche se il differenziale con l’area euro si è ampliato ulteriormente, superando i 3 punti percentuali, per effetto della maggiore crescita in Italia dei listini dei beni energetici e degli alimentari.
Continua a crescere consecutivamente da ottobre la fiducia di consumatori e imprese: le famiglie hanno evidenziato delle attese positive per quanto riguarda la situazione economica del paese, inclusa la disoccupazione, mentre le aspettative delle imprese sono migliorate nelle costruzioni e nei servizi di mercato.
“La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board, pur restando su livelli storicamente bassi, ha toccato il massimo da aprile (108,3 da 101 di novembre) spinta anche dai dati sull’inflazione che mostrano un’inver- sione di tendenza. La crescita dei prezzi al consumo a dicembre ha infatti continuato a decelerare (+6,5% da +7,1% di novembre).”
Tommaso Maiorca – Agenzia Stampa