(ASI) Confronto, dibattito e sinergie questa la visione globale di CNA orafi che ad Oromare ha incontrato la filiera campana dell'oreficeria per fare il punto sullo stato dell'arte, e progettare il nuovo percorso comune.
I dati di settore presentati nell'ambito del convegno dalla direzione nazionale di CNA non lasciano adito a dubbi, e soprattutto sottolineano lo stato di salute della filiera nelle varie espressioni distrettuali, nonostante la pandemia prima e la guerra poi. La realtà orafa si conferma traino dell'economia nazionale, preservandone i livelli occupazionali, il trasferimento delle competenze e quindi la formazione professionale. Punti chiave anche nazionalizzazione e internazionalizzazione delle produzioni e sviluppo del turismo legato al settore dei preziosi. In questo il prestigioso Centro orafo Oromare di Marcianise, ha rappresentato il luogo ideale d'incontro delle eccellenze orafe libere e non strumentalizzate dalla muscolarità di sigle e diktat. "E' prioritario fare comparto con tutti gli artigiani campani - ha esordito Romualdo Pettorino, presidente degli orafi campani di CNA - ma non solo perché insieme si vince, ma perché il nostro settore ha bisogno di valorizzare le idee, e non certo le produzioni che rappresentano la punta di diamante del Made in Italy. E' questo l'obiettivo che ci siamo dati, e Oromare si conferma la casa della Cna, il punto dal quale partire tenendo sempre in mente che il Borgo Orefici è e resta la patria dell'oreficeria italiana, ed un confronto costruttivo sia con il Consorzio che con la prestigiosa Scuola orafa che l'Ente esprime, può solo impreziosire il nostro lavoro". Pettorino, che tra le altre cose è un gemmologo di fama internazionale ha poi concluso: "Noi di CNA siamo aperti al contributo di tutti, non escludiamo nessuno, come è già avvenuto purtroppo per altri accordi di settore. Siamo stati chiamati ad incarichi che prevedono sacrificio ed abnegazione, e la nostra massima soddisfazione è quella di poter servire il comparto e contribuire a questo periodo storico niente affatto scontato che vede il distretto campano confrontarsi non solo con le incognite della guerra e della pandemia, ma anche con una politica sempre più distante dai problemi reali delle imprese. Abbiamo l'obbligo di prendere per mano il settore con sinergie positive e propositive capaci di superare il momento difficile, nella consapevolezza che l'unione è il vero plusvalore".