(ASI) E’ ufficiale. Il CERN conferma: è stata scoperta una particella coerente con il bosone di Higgs. Sono ancora cauti nel definirlo tale, ma tutto fa presagire che sia una mera formalità. Anche i “festeggiamenti” con tanto di conferenza stampa, diretta video on streaming in tempo reale, e fotografi ufficiali documenta come ormai siano tutti convinti di ciò.
E la presenza del “padre” della particella, l’eminente fisico inglese Peter Higgs, visibilmente commosso, è stata la ciliegina sulla torta. Il 4 luglio 2012 è una data storica per la fisica sub-particellare, di importanza paragonabile al piede di Neil Armstrong sulla luna e al primo trapianto di cuore ad opera di Barnard.
Teorizzato nel 1964 da Peter Higgs durante un’estemporanea passeggiata per le campagne scozzesi, il bosone di Higgs rappresenta il punto cardine del Modello Standard, teoria quantistica dei campi che unisce e descrive tre delle quattro forze conosciute ad oggi, e tutte le particelle ad esse collegate. Infatti negare l’esistenza del bosone di Higgs era come privare di consistenza il Modello Standard stesso, e possiamo quindi immaginare perchè gli scienziati ed i ricercatori cercassero così insistentemente questa particella così elusiva.
Sin dalla messa in funzione del Large Hadron Collider, nel mese di Settembre dell’anno 2008, gli scienziati hanno subito canalizzato la loro attenzione nella ricerca di questa particella, soprannominata appunto “particella di Dio”. Nonostante i vari imprevisti, tra i quali un serio incidente subito dopo l’avvio dell’acceleratore, gli esperimenti ATLAS e CMS dopo poco più di tre anni sono riusciti a dare la risposta ad uno degli enigmi più grandi della fisica sub-atomica contribuendo praticamente alla più grande scoperta degli ultimi 100 anni. Motivo d’orgoglio è la presenza di un folto numero di scienziati, ricercatori e personalità Italiane tra cui spicca la figura del fisico Fabiola Giannotti, portavoce dell’esperimento ATLAS.
Ma cos’è il bosone di Higgs? Spiegarlo ai “profani” potrebbe sembrare un’impresa ardua ma l’illustre fisico Sir John Ellis ha brillantemente superato questo scoglio:
Il bosone è quindi ciò che “consegna” la massa a tutto ciò che ci circonda, e senza di esso la materia potrebbe essere diversa da quella che conosciamo o non esistere affatto.
Ma adesso, il futuro cosa ci riserva?
I fisici di tutto il mondo, stanno già analizzando i dati raccolti. Nonostante i “5-sigma” (valore che indica una precisione del 99.99996% sui dati) siano rassicuranti, gli scienziati non vogliono lasciare nulla al caso. Come avverte il direttore del CERN, il tedesco Rolf Heuer: “Dobbiamo ancora controllare molto: e se questo che vediamo non fosse l’Higgs del Modello Standard ma un suo omologo supersimmetrico? E’ necessario misurare accuratamente tutte le sue proprietà.” Ed in effetti un’eventualità di questo tipo aprirebbe nuovi scenari e possibilità di trovare ulteriori particelle mai teorizzate o osservate.
E tralasciando tutta questa scienza ai più astrusa, ignota, oscura e che viene vista come fredda e di nicchia, soffermiamoci alle umane lacrime del “colosso” Peter Higgs al momento dell’ufficializzazione della scoperta: “non pensavo di poter essere ancora in vita quando la particella venisse osservata” ha affermato. E chissà se per un attimo i suoi ricordi siano andati a quel pomeriggio di 48 anni fa quando, passeggiando per le colline di Caingorms, il giovanissimo scienziato poneva le basi ad un nuovo modo di concepire la realtà che ci circonda.
Giuseppe Girgenti Agenzia Stampa Italia
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