(ASI) Ancora due mesi e poco più e si aprirà la stagione 2015 della Biennale di Venezia presentata ieri a Roma nell'Auditorium dell'Ara pacis.
Anche questa edizione della rassegna si svilupperà su le tre arti portanti ovvero danza, musica e teatro. Ad aprire la Biennale 2015 sarà la danza i cui laboratori, scelti e supervisionati ancora dal coreografo Virgilio Sieni, saranno visibili al pubblico dal 25 al 28 giugno. Il 43simo Festival Internazionale del Teatro, diretto dal regista catalano Alex Rigola aprirà i battenti il 30 luglio per chiuderli il 9 agosto. Il mese di ottobre sarà invece dedicato ai suoni dell'edizione numero 59 del Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretta dal compositore Ivan Fedele in svolgimento dal 2 all'11.
Il presidente Paolo Baratta ha voluto sottolineare le grandi innovazioni degli ultimi anni in primis l'importanza crescente della Biennale College che permette ai giovani artisti di entrare in contatto con mostri sacri delle arti.
"Dare luogo alla danza come spazio di condivisione col pubblico e insieme innovare il senso della frequentazione" il filo conduttore scelti da Sieni nella scelta dei 16 spettacoli danzanti della Biennale College.
Si chiude quest'anno il triennio impegnato dal coreografo per la scoperta della città vista come corpo umano e quindi basilare per la danza, intesa anche come strumento per dialogare con la società.
Il testo della danza sembra fatto su misura per la contemporaneità, non solo nel rapporto con le altre arti ma anche come mezzo di comunicazione. Si amplia sempre di più lo spazio cittadino utilizzato per il ballo e gli spettacoli.
La rassegna teatrale appare sempre più come un luogo di riflessione su questa arte che vedrà in scena 13 spettacoli di cui ben 9 in prima assoluta per il nostro paese.
La memoria è invece il tema scelto per la selezione dei 18 concerti che permetteranno di ascoltare ben 31 novità, la metà delle quali in prima assoluta. Memoria intesa in tutte le sue sfumature, sia come riflessione sulla storia dell'uomo, sia come ritrovamento di tracce musicali ma anche come mappa di un codice genetico che si rigenera di continuo nell'importanza di un dna primigenio.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia