XXV Premio L’Aquila “Zirè d’oro” in grande smalto. Il 20 gennaio grande successo del Premio intitolato ad Angelo Narducci, giornalista poeta e politico

(ASI) L’AQUILA – Grande successo alla 25^ edizione del Premio L’Aquila “Zirè d’oro” 2022, per ragioni organizzative traslato all’inizio del 2023. Il Premio Letterario e Personaggi dell’Anno, intitolato ad Angelo Narducci – giornalista e direttore di Avvenire, poeta e parlamentare europeo - si è infatti tenuto venerdì 20 gennaio 2023 con una splendida cornice di pubblico che ha ricolmato in ogni ordine di posti l’Auditorium ANCE dell’Aquila, mentre fuori un’attesa nevicata ricopriva la città con una morbida coltre bianca. Grande anfitrione della manifestazione Mario Narducci - cugino di Angelo, anch’egli giornalista, un passato da vaticanista de “Il Popolo”, poeta, fondatore e deus ex machina del Premio - avviando alle 16 in punto l’evento, che per prologo ha avuto un’apprezzatissima ouverture con la soprano Lucia Vaccari, accompagnata al piano dal M° Giulio Gianfelice. Prima di dare il via alla premiazione dei Personaggi dell’Anno 2022, nei vari campi di attività nei quali si sono particolarmente distinti, Mario Narducci ha voluto brevemente ricordare Angelo Narducci, cui il premio è intitolato.

Figura di spicco del giornalismo e della cultura italiana, scomparso prematuramente nel il 10 maggio 1984, Angelo Maria Narducci era nato a L’Aquila il 17 agosto 1930. Dopo le esperienze professionali maturate in Prospettive Meridionali (1955-‘58), mensile di studi e cultura del Mezzogiorno diretto da Nicola Signorello, nel settimanale della Democrazia Cristiana La Discussione (1956-‘58), nel quotidiano della Dc Il Popolo (1956-‘66) ed alla Gazzetta del Popolo (1966-’68), giornale politico di Torino, nel 1968 Paolo VI lo volle nel gruppo fondatore di Avvenire. Del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana Angelo Narducci è stato il direttore più longevo, dal 19 ottobre 1969 al 30 aprile 1980. Ne lasciò la direzione solo a seguito dell’elezione al Parlamento Europeo, come indipendente nella Dc, nella prima legislatura elettiva con voto popolare. Di lui resta una grande eredità: professionale, morale e politica.

Ma Angelo Narducci, oltre che per l’impronta del suo giornalismo, nello stile e nel rigore inconfondibili, va anche segnalato per la sua sensibilità poetica, come traspare dalla produzione data alle stampe o nelle opere inedite, compreso un romanzo. Una vita marcata da un’autentica testimonianza cristiana, la sua, spentasi il 29 aprile 1984 a soli 54 anni. Nello spirito del Concilio Vaticano II, Narducci fece del quotidiano Avvenire uno strumento di forte dialogo tra cattolici italiani e non solo. Un dialogo e un legame che egli costruiva attraverso le sue parole, che sanno di testamento morale, nel tempo arido che viviamo: “Noi ci ostiniamo a lavorare come artigiani sulla parola, perché sia onesta, perché non tradisca, perché corra, in qualche modo liberante, sulle labbra e nasca da coscienze illuminate, severe, semplici. Non cerchiamo il successo, ma interlocutori. Quella cosa povera che sono le parole vogliamo che sia la nostra grande ricchezza, la grande ricchezza dell’uomo”.

Angelo Narducci s’era formato all’Aquila, all’inizio del secondo dopoguerra, nel clima di rinascita culturale della città prodottosi intorno al Gruppo Artisti Aquilani, in principio costituito dai pittori Vivio Cavalieri, Giuseppe Centi, Amleto Cencioni, Francesco Paolo Mancini, ma subito allargatosi alle più fervide intelligenze cittadine, quali Fulvio Muzi, Angiolo Mantovanelli, Nino Carloni, Gian Gaspare Napolitano, Remo Brindisi, Laudomia Bonanni, Nicola Ciarletta, Pietro Ventura, Domenico D’Ascanio, Ferdinando Bologna, Giovanni Pischedda, Nicola Costarella, Pio Jorio, che avrebbe portato dapprima alla nascita della Società dei Concerti “Bonaventura Barattelli”, poi della Scuola d’Arte e quindi, negli anni Sessanta, ad opera di Giuseppe Giampaola, Luciano Fabiani ed Errico Centofanti, del Teatro Stabile dell’Aquila. Assieme agli amici Luciano Fabiani e Giovanni De Sanctis, Angelo Narducci produsse un forte impegno politico nel movimento giovanile della Dc. Quel robusto sodalizio amicale, rafforzato da Silvano Fiocco, dette quindi vita ad un vero e proprio cenacolo culturale giovanile - politica, arte, cinema, teatro e musica - che si riuniva presso il bar Gelateria Veneta, lungo il corso cittadino. Nacque così per loro iniziativa, e a proprie spese, il periodico “Provincia Nostra”, uscito con cinque numeri nell’arco di due anni, sul quale comparvero firme che avrebbero avuto un grande rilievo nella vita pubblica del Paese, come d’altronde loro stessi nei rispettivi campi professionali. Ebbene, sin da quelle giovanili esperienze Angelo Narducci, oltre alla vivacità culturale, mise in mostra il talento giornalistico che avrebbe segnato l’intera sua esistenza.

Per tornare allo svolgimento dell’evento, Mario Narducci ha subito presentato i presidenti delle due sezioni del Premio: l’imprenditore Angelo Taffo, presidente della sezione Personaggi dell’Anno, e sé medesimo per la sezione letteraria. Il presidente della Giuria, Gastone Mosci, cattedratico urbinate, per le avverse previsioni del tempo non se l’è sentita di affrontare il viaggio per L’Aquila. Le funzioni vicarie sono state assolte dall’anconetano Fabio Maria Serpilli il quale, portando il saluto del prof. Mosci, ha voluto sottolineare la significativa qualità degli elaborati presentati in concorso, e particolarmente, nel difficile momento che si vive con una terribile guerra di aggressione in corso in Ucraina, con distruzione e vittime civili, la difficoltà che hanno i poeti, cantori di bellezza e di umanità, nel creare liriche. Mario Narducci, riprendendo il filo della conduzione della serata, ha quindi sottolineato la composizione della Giuria del Premio, con Gastone Mosci (presidente), Maria Lenti, Germana Duca, Fabio Maria Serpilli, Liliana Biondi, Stefano Pallotta, Marilena Ferrone, Maria Silvia Reversi, Goffredo Palmerini, e lo stesso Mario Narducci. Ha quindi presentato il panel della serata con Angelo Taffo, Fabio Maria Serpilli, scrittore poeta e critico letterario, Liliana Biondi, già docente di critica letteraria dell’Università dell’Aquila, Stefano Pallotta, presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore. La lettura dei testi e delle motivazioni dei riconoscimenti agli insigniti come di consueto affidate all’incomparabile voce di Franco Narducci, attore e regista teatrale, nonché scrittore.

 

Esauditi i paralipomeni dell’evento, Mario Narducci ha quindi dato la parola al Vicesindaco dell’Aquila Raffaele Daniele, il quale, esprimendo il plauso dell’Amministrazione, ha portato il saluto dell’intera Municipalità e personale del Sindaco Pierluigi Biondi, impegnato per la contemporanea presenza in città del ministro dell’Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, per la quale medesima ragione non hanno potuto essere presenti il Questore, Enrico De Simone, e soprattutto il Prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, destinata a ricevere per prima il Premio Personaggio dell’Anno, che ha dovuto delegare a sostituirla il Prefetto vicario Franca Ferraro, per quanto lei tenesse molto a partecipare di persona. Subito dopo la consegna dello Zirè d’oro (antico gioco aquilano) al Prefetto dell’Aquila, è continuata con speditezza la consegna del riconoscimento alle seguenti Personalità, distintesi per la loro opera professionale, istituzionale e sociale, ben espressa nelle puntuali motivazioni che hanno accompagnato il Premio loro conferito.

 

Gli altri Zirè d’oro quali Personaggi dell’Anno sono stati tributati: al Presidente della Fondazione Carispaq, Domenico Taglieri, al Commissario di polizia Pieremidio Bianchi, al giornalista e critico letterario Simone Gambacorta, al musicista Camillo Berardi, al presidente dell’Ater Isidoro Isidori, al giornalista Salvatore Romano alla memoria (premio ricevuto dalla moglie Luisa Stifani), al presidente del Gruppo Ana di Barisciano Antonio Marinelli (presente con una delegazione di alpini e con il Sindaco di Barisciano Fabrizio D’Alessandro), al medico di base a riposo Antonello Marano, al presidente dall’Associazione provinciale Polizia di Stato Marcello Di Tria, alla direttrice della Casa di riposo di Barisciano Maria Pia Soi, agli imprenditori aquilani Piero ParmianiLamberto Scimia Raffaele Gallucci.


Un altro famoso brano della tradizione napoletana “Io te vurria vasà” affidato alla voce di velluto della soprano Lucia Vaccari ha incantato il pubblico, prima di procedere alla consegna dei premi letterari, nelle cinque sezioni del Premio: Racconto in dialetto, Poesia in dialetto, Racconto in lingua, Poesia d’amore e Poesia in lingua, Questi i nomi dei Vincitori dei premi letterari che hanno ricevuto il prestigioso Zirè d’oro, appena dopo aver ascoltato l’espressione delle rispettive motivazioni e la lettura delle opere insignite.

 

Racconto in dialetto

Antonio Frattale (Coppito-L’Aquila), Flavio Tursini (Paganica-L’Aquila).

 

Poesia in dialetto

Loredana De Felicibus (Teramo); Giuliana Cicchetti Navarra (L’Aquila); 3° Filippo Crudele (L’Aquila).

 

Racconto in lingua

Carlo Maria Marchi - vincitore assoluto

 

Poesia d’amore

1° Vittoria Tomassoni (Rieti); 2° Lucia Cifani (Giulianova); 3° Monica Valentini (Pescara).

 

Poesia in lingua

ex aequo Vincenzo Ursini (Catanzaro) e Selene Pascasi (L’Aquila); 2° Michela Ridolfi (Teramo); ex aequo Alessandra Casino (Roma) e Paride Duronio (L’Aquila).

 

La serata, un vero successo di pubblico che ha premiato il 25° Anniversario della fondazione del Premio, si è quindi conclusa con le note e l’intensa interpretazione della talentuosa soprano Lucia Vaccari, vincitrice di numerosi premi lirici, di un’Ave Maria dedicata alla speranza di pace per l’umanità, accolta con una standing ovation finale a lei e al pianista Giulio Gianfelice che ha curato gli accompagnamenti. Viva la soddisfazione degli organizzatori del Premio, con un arrivederci all’edizione 2023, che dovrebbe svolgersi nel mese di settembre in data ancora da stabilire.

 

Goffredo Palmerini

 

 

(Le foto sono di Daniela Manelli Trionfi)

 

 

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