(ASI) Le Marche sono state sempre un punto di incontro, di scambi culturali, commerciali con il resto dell’Europa. Dalla Repubblica Veneta, al Regno di Dalmazia, dall’Albania alla Grecia.
In particolare nell’800 che si è sentito maggiormente il desiderio del respiro culturale internazionale implementato maggiormente dai continui viaggi di compositori, scrittori, pittori ed artisti in generale.
Abbiamo parlato dei rapporti personali e familiari di Giuseppe Gioacchino Belli con Ripatransone, dei “Napoleonidi” nella zona di Civitanova Marche.
Tutto questo naturalmente grazie ad un ceto nobiliare illuminato proteso continuamente a nuove esperienze, scambio di opinioni e di perfetta integrazione socio culturale.
Particolare è la visita ad un piccolo centro ascolano, Grottammare, da parte di LISZT ospite per un mese del conte Fenili unitamente a don Antonio Solfanelli, suo padre spirituale.
Questa ridente localita’ marinara aveva assunto una fama particolare a livello europeo come stazione di cure e soggiorno, tanto da invidiare localita’ come Dinard e Biarritz.
Sulle rive dell'Adriatico Liszt trova un'accoglienza magnifica, come racconta nelle sue numerose lettere che invia da Palazzo Fenili al suo editore parigino, al principe Ludwig di Baviera e alla principessa Carolyne Wittgenstein.
Nelle lettere inoltrate all'amica principessa si sofferma sui particolari. "Mi trovo come meglio non si potrebbe, stabilito, curato e vezzeggiato, in una parola perfettamente libero di vivere a modo mio, senza alcun disturbo da parte dei miei ospiti. Aria eccellente, vista panoramica sul mare, le colline e le scogliere, soggiorno comodissimi e di una temperatura piacevole. Il vitto è sano e abbondante, passeggiate in battello, in carrozza e a piedi, compagnia affabile, discreta e cordiale della famiglia dei conti Fenili".
Alla notizia della presenza del musicista le famiglie più ragguardevoli del circondario ( i Laureati, gli Speranza ecc.) mandano inviti ed a gara per averlo ospite.
Improvvisa concerti e suonate con la Marchesa Caterina Laureati nel palazzo omonimo attirandosi le attenzioni dell’Abbè Liszt certamente non insensibile al fascino mediterraneo della marchesa.
Stringe amicizia con il violinista Marco Speranza, con Vincenzo Corni, esponente della classe industriale, e la moglie Agnese Englefield, una dama inglese.
A Palazzo Laureati conosce il marchese Pietro, violoncellista di grande fama, amico di Beethoven, Spontini e Rossini, e con il musicista Marco Speranza e con il fratello, lo storico Giuseppe, il celebre pianista si intrattiene spesso alla Vedetta Picena, cenacolo di arte e di cultura. In questo luogo di meditazione Liszt, tra un concerto e l'altro "al chiaro di luna" per pochi intimi, non disdegna di sorseggiare il Vinsanto, vino dolce e liquoroso che i fratelli Speranza si fanno venire appositamente, per l'illustre ospite, da Ripatransone che Liszt visita, a più riprese, nelle sue gite in carrozza.
Nella tranquillità di Palazzo Fenili, Liszt trova l'ispirazione per comporre il Mihi autem adherere, un Offertorio in onore di San Francesco.
Partito da Roma il 1° luglio, in compagnia del suo padre spirituale, raggiunse tramite strade impervie Spoleto e successivamente Cascia ed Assisi. Quindi il 7 luglio aveva fatto tappa nelle Marche, a Fabriano dove vivevano i familiari del Solfanelli, e dopo una sosta di alcuni giorni a casa del professor Pandolfi, i due ecclesiastici si erano recati, il 10 luglio, in pellegrinaggio a Loreto.
Le tappe nei diversi luoghi dello spirito, in quell'estate del 1868, non fanno che rafforzare in Liszt la sua fede ed il desiderio di condurre una vita, in umile spirito francescano. Contrariamente alla promessa fatta, Liszt non fece più ritorno sul lido piceno, pur conservando un piacevole ricordo delle sei settimane a Grottammare.
Francesco Rosati di Monteprandone - Agenzia Stampa Italia