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'Io sono con te' - Incontro con Guido Chiesa
(ASI) Prende il via proprio in occasione della festa della donna la sesta edizione della rassegna cinematografica  A proposito di donne.., promossa dal cinema Zenith di Perugia.

In programma, nella serata di ieri, la proiezione del film di Guido Chiesa, Io sono con te, in concorso al Festival di Roma 2010 e autentico capolavoro di regia, sceneggiatura e fotografia, da cui traspaiono colori e ambientazioni fortemente realistiche.

 

Il film si apre con una scena che viene riproposta anche alla fine: Maria, ormai anziana, ci appare di spalle e pronuncia le parole che ci introdurranno alla visione del film: “Sono stata cresciuta nell'amore, un amore che ho ricevuto senza chiedere, senza aspettare, a cominciare dal latte di mia madre.” E proprio l'immagine dolce e delicata del bimbo che si accosta al seno della madre affinché venga allattato è, senza dubbio, la più emblematica del film girato da Guido Chiesa.

Attraverso una narrazione scorrevole e naturale, il regista riesce ' a far calare' gli spettatori nella realtà del tempo, la Galilea di duemila anni fa, nella quale vive Maria, una giovane donna, figlia di pastori e promessa sposa a Giuseppe di Nazareth. A fare da sfondo alle vicende vi sono gli aridi scenari di una terra sottoposta al giogo coloniale dei romani e alla violenza del re Erode.

Il film ci consente di ripercorrere la storia di Gesù, fornendoci una chiave di lettura originale e tutta al femminile. Guido Chiesa sembra infatti voler 'illuminare' la figura di Maria, dipingendola come una donna coraggiosa e consapevole. Non più quell'immagine di madre, tramandata dalla tradizione, ovvero sottomessa alle regole della cultura patriarcale, ma la più bella espressione di donna consapevole del legame con il figlio e fiduciosa di poter infondere forza e sicurezza in Gesù.

Maria cerca di 'insinuare il tarlo del dubbio' nel proprio figlio, affinché questo possa alimentare dentro di sé la curiosità di scoprire la verità delle cose e maturare la convinzione che non tutte le leggi indicate dai sacerdoti siano espressione della volontà divina.

Il fare dimesso ma determinato della giovane sposa di Giuseppe, sembra renderla protagonista di una 'ribellione pacifica', destinata a sovvertire un sistema conservatore e maschilista non attraverso la prepotenza e l'arroganza, ma con la forza dell'amore e con tutta la dolcezza e la tenerezza di cui solo una madre può essere capace.

In un'epoca in cui si reputa che la “donna sottomessa sia un regalo del Signore”, (come afferma Mardocheo, fratello maggiore di  Giuseppe), che la paura possa incutere rispetto e che il sacrificio  sia necessario per entrare nella grazia divina, Maria sceglie di crescere Gesù secondo il proprio sentire, consapevole del fatto che il Signore richieda misericordia e non sacrificio e che i figli non siano “rami storti da raddrizzare”, ma frutti da far maturare con l'amore e la condivisione.

La consapevolezza e la fede che sono radicate in questa figura femminile derivano dall'amore incondizionato  di una madre che ha creduto fino in fondo nel proprio figlio, che 'sente' profondamente Gesù ed è cosciente di 'essere sentita' in egual modo dalla sua creatura. Questo è il vero prodigio di Dio. La forza di Maria diviene forza di Gesù e il senso di protezione che la donna trasmette al figlio sin dalla nascita, attraverso il gesto dell'allattamento viene accolto e custodito gelosamente.

Al termine della visione del film di Guido Chiesa ciò che può apparire paradossale è che la scelta di incentrare il racconto sulla figura di Maria conduca, indirettamente, all'esaltazione dell'immagine di Gesù: come afferma la donna, ormai in età avanzata, nell'ultima scena del film, “per comprendere una vita, bisogna conoscerne il principio.” E il latte materno, che è emblema del legame fra madre e figlio appare come qualcosa di 'sacro' e colui che ne beneficia sembra arricchirsi della sacralità dell'amore di madre.

Giudicato blasfemo dal cristianesimo più integralista, poiché ripropone una figura di donna ribelle e disobbediente che instaura un rapporto intenso con il figlio, il film del regista torinese viene invece considerato un capolavoro da molti esponenti del cristianesimo intellettuale, poiché Chiesa riesce a far emergere una terza dimensione: non più il Padre e il Figlio, ma la figura di Madre.

A conclusione della serata, abbiamo chiesto al regista cosa lo abbia spinto a realizzare questo film;

la domanda ha suscitato un sorriso, poiché, “la scelta- ha affermato Guido Chiesa- nasce dall'incontro fra due mamme, avvenuto fuori da una scuola. Una di queste era credente e inizia a parlare all'altra (non credente) della figura di Maria dal punto di vista antropologico. La donna non credente rimane a tal punto affascinata da questo racconto che, tornando a casa, propone al marito di realizzare un film proprio su Maria di Nazareth. Inizialmente la proposta crea scetticismo e perplessità nel destinatario ma, in seguito il marito si convince a lavorare su questo progetto... Beh, quest'uomo sono io- ha aggiunto il regista-e, ancora oggi presento con piacere questo film, perché, a mio avviso, non è solo un film!”

 

Guido Chiesa nasce a Torino nel 1959 e cresciuto a Cambiano, nel 1983, dopo aver concluso gli studi universitari si trasferisce per dieci anni negli Stati Uniti, dove lavora per alcuni film di Jim Jarmusch, Amos Poe, Nicolas Roeg e Michael Cimino. Negli stessi anni realizza cortometraggi, pubblica libri di cinema e musica, scrive articoli per alcune testate.

Partecipa a diversi Festival cinematografici, ottenendo vari premi, fra cui il premio Cipputi al Torino Film Festival con il documentario Non mi basta mai (1999) e il premio Marcello Mastroianni al festival di Venezia con la pellicola Lavorare con lentezza (2002).

 

Prossimi incontri all'interno della rassegna cinematografica:

-15 marzo: Omaggio a Monica Vitti, L'avventura,di M. Antonioni, ore 21.15. Sarà presente Cristina Borsatti, autrice del libro Monica Vitti

-22 marzo: Il mio domani, ore 21.15; Poesia che mi guardi, ore 22.30. Sarà presente la regista Marina Spada.

-29 marzo: Gemellaggio con il Festival Libero Bizzarri.

Franca la Prima, ore 21.15. Video conferenza con Sabina Guzzanti.

148 Stefano. Mostri dell'inerzia, ore 22.30. Sarà presente Ilaria Cucchi.

Maria Vera Valastro – Agenzia Stampa Italia

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