“I film hanno il potere di catturare i sogni”.
(ASI) Questo diceva George Meliés, il secondo padre del cinema, l’uomo che ha inventato il colore, dipingendo a mano con la moglie i fotogrammi e soprattutto gli effetti speciali. Ma cosa centra con Scorsese? Semplice, perché Meliés è il fulcro del nuovo film del celebre regista, che narra la vicenda del giovane orfano francese Hugo Cabret, che vive nella stazione di Parigi. Egli ricorda un po’ gli orfani della letteratura come David Copperfield, Jean Valjean e Icliff, citati dalla bizzarra amica di Hugo, Isabelle, che per scoprire un messaggio del padre, vivrà un’incredibile avventura che gli illuminerà la vita. I due ragazzi s’incontreranno per caso, o forse è proprio il destino che ki farà incontrare, facendo in modo che la detentrice di una misteriosa chiave e il possessore di una strano androide s’incontrino per scoprire un passato, tra il mitico e la storia vera e propria.
Meliés e soprattutto il cinema saranno al centro di questa ben congegnata vicenda, scandita e precisa come un orologio. E’ incredibile e forse qui si può parlare di destino, che Scorsese, omaggiando Meliés ha cambiato genere, abbandonando i gangstar celeberrimi come Toro Scatenato, Quei bravi ragazzi, The departed, senza contare l’ultima serie Boardwalk empiere e arrivando a vincere 5 Oscar, proprio quelli che avrebbe vinto Meliès: la miglior fotografia, gli effetti speciali, il sonoro, il montaggio sonoro e la scenografia. Quest’ultima baluardo tutto made in Italy con la coppia Ferretti-Lo Schiavo.
Insomma il secondo vincitore del 2012, seppur con grafica mozzafiato, vince riprendendo la tradizione o meglio la storia dei primi anni del cinema e anche alcuni cortometraggi indimenticabili come lo sbarco sulla luna e l’arrivo del treno; come The artists, che ha cercato emulare il vecchio cinema, così Hugo Cabret l’ha ricordato. Entrambi i film vincitori ci hanno però ricordato a noi del 2012 che cos’è in fondo il cinema: “una grande avventura…”.
Voto: 8+
Daniele Vorvi - Agenzia Stampa Italia