(ASI) Nell'agiata famiglia di un affermato cardio chirurgo, ateo e borioso, la vita viene sconvolta dalla rivelazione del figlio maschio.
Mentre tutti i membri temono una confessione di omosessualità, che sarebbero anche pronti ad accettare, il giovane rivela che vuol farsi...prete!
È la fine della tranquillità, dell'armonia, della routine. In realtà la notizia fa emergere tutte le incongruenze e le sofferenze dei singoli membri. E pare che dietro questa insana, anacronistica scelta, ci sia pure un sacerdote che deve aver proceduto al lavaggio del cervello del povero rampollo. Nel tentativo di prendere in castagna il predicatore-plagiatore il film si sviluppa in una serie di divertenti equivoci, allusioni, confusioni, fraintendimenti, fino alla riconciliazione familiare con epilogo veramente inatteso.
La pellicola riesce, senza banalità, ad affrontare temi profondamente quotidiani come la vita in famiglia, il rapporto di coppia, il rispetto reciproco tra uomo e donna. La storia corre attraverso lo scontro-incontro tra Tommaso, il primario narcisista e don Pietro, palesemente ispirato al vero don Fabio, sacerdote romano, padre della predicazione dei Dieci Comandamenti, che da circa venti anni raccoglie ed interessa migliaia di persone ormai in tutta Europa.
Don Pietro non cade nella trappola del professore, che lo vorrebbe costringere a continue risposte urgenti su Dio, la vita, l'importanza di viverla etc. Il prete che dovrebbe convincerlo dell'esistenza di Dio, non ha voglia di farlo sùbito, anzi, non lo farà per tutto il film. Tommaso verrà invitato a vivere un rapporto d'amicizia, di collaborazione, di conoscenza senza risposte o comportamenti preconfezionati. Quando capirà che il prete tiene più alla libertà di suo figlio che ad avere una vocazione in più nel carniere, il chirurgo di fama rivede sinceramente la sua vita e le sue certezze, che scopre essere, quelle sì, profondamente banali e mai verificate.
L'uomo di scienza vuole dall'uomo di Chiesa risposte dogmatiche, per poterle sbeffeggiare, disprezzare. Ma l'uomo di Dio ha una vita alle spalle e sa cosa vuol dire sbagliare e distinguere il bene dal male. Non si tratta di imparare la lezioncina o il catechismo, si tratta di capire e sperimentare dove sta la vita vera e chi te la può dare. Il cristianesimo si trasmette per contatto non con master universitari. E neppure a comando o per pretesa.
Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia