(ASI) Una commedia chirurgica. In tutti sensi, perché oltre a parlare di chirurgia plastica, Pappi Corsico dosa con equilibrio atmosfere stile horror, fantasy, commedia, sperimentando e citando. Un prodotto sicuramente originale, divertente e pungente.
Un ruolo inedito per Laura Chiatti che ha affermato essere “molto lontana da tutti gli altri ruoli che ho interpretato finora e questo mi attirava moltissimo; volevo mettermi in gioco tentando un approccio alla recitazione realistico ma non naturalista, come voleva Pappi. È stato ancora più difficile dato che non posseggo una formazione teatrale e che tendo a seguire l'istinto quando recito. Volevo vedere fino a che punto potessi sperimentare chiavi diverse per rendere al meglio il personaggio. Il film racconta temi importanti e contemporanei, anche duri, senza però esprimere mai un giudizio. Bella è una donna ambiziosissima, cerca di rilanciare la propria immagine scendendo a qualsiasi compromesso, ma è così perché è fortemente contaminata dall'ambiente in cui vive e lavora”.
Ma l’esperienza l’ha coinvolta e l’ha portata a farsi delle domande, infatti, “il film non racconta essere ed apparire come due mondi a parte, ma come due cose che ormai sono sovrapposte e imprescindibili l'una dall'altra. Se non facessi questo mestiere, confesso che non sarei minimamente attratta dalla ricerca della perfezione. Il nostro lavoro ti mette addosso una responsabilità enorme; anche se non sei concentrato sulla tua fisicità, ad un certo punto vieni obbligato dagli occhi puntati su di te e dalle continue critiche. Hai le occhiaie e ti massacrano, vai al mare ed hai la cellulite come tutte le donne della terra e ti massacrano... insomma, puoi essere la persona più sicura del pianeta, ma a furia di critiche metti in dubbio le tue certezze”.
Ma alla fine anche il personaggio è stato contaminato dall’attrice, che ha rivendicato la battuta "Perché non metti le ballerine?" "Piuttosto preferisco donare un rene", specificando che “Stavamo girando in alta montagna, tutto il giorno senza un appoggio ed io avevo questi tacchi altissimi. La costumista, gentilmente, mi chiese se non volessi indossare delle ballerine, ed io ho risposto sarcasticamente, in tono ovviamente giocoso, che piuttosto avrei preferito donare un rene. Pappi l'ha sentita e l'ha inserita nel film. Quella dei tacchi è una fissazione mia, non legata né a snobbismo né alla ricerca della figaggine. Non avendo un'altezza notevole, mi sento naturalmente più a mio agio con i tacchi. Quando mi chiedono di partecipare alla sceneggiatura, rispetto molto i ruoli. In questo caso, però, sono stata contenta di poter dare un contributo!”.
Finalmente un film italiano originale, magari un po’ lento, con qualche sbavatura in questo cocktail di generi, ma che può dire sicuramente qualcosa e che, come ha scherzosamente affermato Corsicato, racchiude tutto il cinema e anche molta letteratura, in primis Pirandello, proprio per il concetto della maschera, che in questo caso può nascondere un mostro. Cosa c’è dunque dietro Il volto di un’altra? Un tentativo di innovare il cinema italiano e di proporre nuove commedie. Bravo Pappi per il coraggio di innovare.