L'autismo è un disturbo dello sviluppo neurologico caratterizzato dalla compromissione dell'interazione sociale e della comunicazione verbale. Non sempre comporta un ritardo cognitivo, ma le differenze sono tante quanto le persone che ne soffrono. In merito si sa poco, perché non si conoscono cause scientifiche e l'unica diagnosi è l'osservazione del comportamento dei soggetti. Questo disturbo è invece associato ad altre patologie che richiedono rimedi farmacologici come l'epilessia, la sclerosi o la rosolia.
Nel 1943 Leo Kanner descrisse erroneamente la sindrome come esito del solo comportamento negligente dei genitori. La famiglia di un ragazzo affetto da disturbi dello spettro autistico deve invece provvedere a qualsiasi necessità dalla mattina alla sera, vivendo spesso imbarazzi con i vicini di casa e con la scuola.
Se per anni l'unico palliativo è stata la sedazione, ora sempre più importante è l'inclusione sociale come riabilitazione. Mentre negli Stati Uniti integrano i due aspetti da tempo, ora anche a Milano diverse associazioni puntano sull'interazione quotidiana.
In città ci sono circa quaranta centri diurni per 868 persone con disabilità cognitive e fisiche, compreso l'autismo. Grazie alla legge «Dopo di Noi» del 2016 lo Stato ha anche erogato più fondi e l'investimento della giunta comunale ammonterà a 17,7 milioni di euro per i prossimi tre anni. Un incremento del 34,7 per cento che permettendo l'applicazione della legge del 2015 specifica sull'autismo, servirà a fondazioni come la Renato Piatti e cooperative come la Spazio Aperto Servizi di accompagnare i ragazzi in un percorso che li veda protagonisti.
Un esempio è il «Book Box» inaugurato lo scorso 29 novembre. La gestione di piccole biblioteche nei bar e sale d'attesa cittadine rappresenta un percorso di avviamento al lavoro che garantisce un servizio alle famiglie e al territorio.
Cooperative come Fabula Onlus offrono anche vacanze e attività sportive, sfruttando le abilità acquisite in un progetto di riabilitazione continua.
Se venti anni fa in Italia esisteva la cultura dell'assistenzialismo, ora per le persone autistiche il cosiddetto «Community Network Approach» è uno strumento di empowerment per agevolare l'integrazione sociale. Dai ritardi lievi seguiti dai servizi di formazione autonoma (Sfa) ai centri diurni disabili (Cdd) per le fragilità più serie, l'autistico è ora una risorsa da valorizzare. A dispetto di come si pensa sono loro ad essere gratificati.
Sull'autismo basterebbe la comprensione. Un successo per la società, non solo per questi ragazzi.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione