(ASI) «L’applicazione fedele della lezione conciliare: una riflessione nel decennale della morte di Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Cataldo Naro» a partire dal suo libro «La posta in gioco è alta. Rinnovamento spirituale e riforma pastorale». È questo il titolo della giornata di studio, organizzata dall’Accademia Bonifaciana, in calendario per il prossimo 28 gennaio a Roma.
L’evento, curato nei minimi particolari dal Rettore della medesima Istituzione, comm. dottor Sante De Angelis, si celebrerà presso il Pontificio Seminario Minore in viale Vaticano, 42. L’appuntamento si aprirà al mattino alle 9:30 con la solenne concelebrazione Eucaristica nella Cappella Maggiore dei Santissimi Protomartiri Romani. A seguire, alle 10:30, nell’aula magna Giovanni XXIII, sarà la volta dei saluti introduttivi di sua eccellenza rev.ma, mons. Franco Croci, vescovo tit. di Potenza Picena e presidente del comitato scientifico, e di sua eccellenza rev.ma, mons. Antonio Ciliberti, arcivescovo em. di Catanzaro-Squillace e presidente vicario del senato accademico. Sua eminenza il cardinal Josè Saraiva Martins, prefetto em. della “Fabbrica dei Santi”, nella veste di presidente onorario e patrono spirituale dell’Accademia Bonifaciana, presiederà l’importante iniziativa, durante la quale il dottor Sante De Angelis consegnerà alcune nomine e benemerenze accademiche. La lectio magistralis sarà pronunciata da sua eminenza rev.ma il cardinale Camillo Ruini, vicario generale em. di Sua Santità per la diocesi di Roma, presidente em. della Cei, senatore accademico dell’Accademia Bonifaciana. Il tutto sarà moderato dal professor Gaetano D’Onofrio. Nel pomeriggio, poi, dopo il pranzo, alle 15:00, nell’aula magna Giovanni XXIII si terrà una riunione del comitato scientifico con delegati e accademici. Un evento, quello voluto dal rettore Sante De Angelis stilato per disegnare con perfetta armonia, la fisionomia spirituale di Cataldo Naro, l’arcivescovo di Monreale scomparso nel 2006. Certamente la storia di Cataldo Naro è la vicenda di un uomo che ha amato in tutto e per tutto la sua Chiesa. Un “Successore degli Apostoli” che è stato cantore attraverso le categorie della verità, della magnificenza e della santità ma anche pretenzioso educatore, in modo profetico, a riguardo dei ritardi e delle carenze. Ma tutto sempre nell’impronta dell’amore. Nella consapevolezza che, come amava ripetere Mons. Naro, Dio non ci abbandona, ha misericordia di noi, si ricorda di noi, come noi di Lui e in questa reciprocità «c’è un appuntamento che Dio fissa per ogni generazione [...] e al quale non possiamo mancare».
Elia Fiorenza - Agenzia Stampa Italia