(ASI) Un made in Italy sempre più vincente. L’anno sta per terminare e prima che finisca volevo celebrare uno straordinario vino come il Brunello di Montalcino 2010 di Casanova di Neri che al Best Italian WineAwards 2016 ha raccolto il punteggio massimo (100/100).
Luca Gardini, miglior sommelier del mondo e Andrea Grignaffini, critico enogastronomico coinvolgono nella giuria tre “Master of Wine”: l’inglese Tim Aktin, l’americana Christy Canterbury e il giapponese Kenichi Ohashi. Assieme a loro c’erano la spagnola Amaya Cervera, gli italiani Pier Bergonzi (vice direttore della Gazzetta dello Sport), i critici enoici Daniele Cernilli, Antonio Paolini e Marco Tonelli, oltre a Gardini e a chi scrive.
Medaglia d’argento all’etichetta tedesca Riesling Spätlese Brauneberger Juffer Sonnenuhr 2014 di Fritz Haag, quella di bronzo va invece ai francesi, allo Champagne vintage 2208 di Louis Roederer.
Sfida a distanza tra Toscana e Piemonte, nella lista dei migliori vini del mondo troviamo i Brunello che sono 10: Ciacci Piccolomini d’Aragona, Podere le Ripi, Biondi Santi, le Potazzine, le Rognaie, Moscali di Ciacci Tiziano, il Poggione, Canalicchio di Sopra, Siro Pacenti mentre i Barolo 8: Burlotto, Cogno, Giuseppe Mascarello, Sobrero, Rosso, Massolino, Sordo, Bussia Soprana.
Quest’anno Montalcino, forte della splendida annata del 2010 grazie ad un inverno lungo e rigido e da una primavera fresca e piovosa i vigneti hanno raggiunto una perfetta maturazione delle uve. Uno straordinario equilibrio tra gradazione zuccherina, acidità e tannini, il colore di presenta rosso rubino acceso, al naso risulta variopinto e predominante, con note di frutta rossa, spezie e una leggera vena minerale.
La conferma rimane il Fiorduva di Marisa Cuomo, il bianco che ha conquistato la giuria con la sua forza amalfitana che odora di albicocca scala il secondo posto, risultando primo tra i bianchi.
Lo “Special One” del vino non si smentisce. Luca Gardini quest’anno dimezza la sua personale classifica, da una lista di 100 etichette si è passati ad una da 50, questo significa una selezione ancora più marcata.
Come Gardini afferma: “Il vino mi parla”. In molti si chiedono come si possibile ascoltare il vino, indubbiamente è un dono di natura, una dote soprannaturale coltivata con anni di esperienza e di studio, ci sono cose che vanno al di là della tecnica e “ascoltare il vino” è una di queste.
Egli afferma: “Non è un ascolto che parte dall’aprir bene le orecchie, né si tratta di una peculiarità che premia solo coloro che hanno le papille gustative più ‘dotate’: riuscire ad ascoltare un vino dipende in buona parte dalla nostra capacità di sapersi aprire alle emozioni, qualità questa che aiuta ad entrare in simbiosi con il vino che si sta degustando. Il resto, ve lo giuro, verrà da sé. Il giusto connubio tra cervello e cuore non sarà difficile da trovare, durante l’ascolto di un vino: aguzzate la vista ai colori e alla loro intensità, immergete il naso nel bicchiere alla ricerca di quegli odori, quei profumi, quegli aromi di terra e di natura tipici magari della vostra infanzia (bisognerà solo andarli a ripescare in memoria), assaporatelo con passione, cosi che tutte le vostre papille gustative entrino in contatto con esso.
Concludo con una frase che dice: “ Riempite il vostro cuore di vino e lasciate che sia lui a suggerire al vostro cervello le parole migliori per descriverlo.” Volete sapere chi è l’autore? Luca Gardini.
Francesco Rosati di Monteprandone - Agenzia Stampa Italia