(ASI) Bergamo - Si è spento oggi a Bergamo il Cardinale Loris Capovilla, per oltre dieci anni segretario particolare di Papa Giovanni XXIII, il Pontefice del Concilio Vaticano II, e Arcivescovo di Chieti-Vasto dal 26 giugno 1967 al 25 settembre 1971, successivamente trasferitosi nelle Marche, dove viene nominato prelato “nullis” di Loreto, delegato pontificio per il santuario lauretano e arcivescovo titolare di Mesembrina, sede che era stata titolo arcivescovile di Angelo Giuseppe Roncalli dal 1934 al 1953.
L'alto prelato aveva compiuto il 14 ottobre scorso cento anni e dal 15 aprile era il Vescovo più anziano d'Italia e il quarto nel mondo.
E' stato elevato a cardinale da Papa Francesco il 22 febbraio 2014 a 98 anni col titolo di presbiterale di Santa Maria in Trastevere, diventando il membro più anziano del collegio cardinalizio. Ha goduto di discreta salute fisica fino ad aprile, poi a metà maggio il crollo improvviso.
Abitava dal 1988 a Sotto il Monte Giovanni XXIII, in Provincia di Bergamo, paese natale di Papa Roncalli, dove continuava a ricevere visite di pellegrini e fedeli.
Mons. Loris Capovilla, ha svolto con Papa Roncalli che tutti ricordiamo come il Papa "buono" (recentemente voluto Santo da Papa Francesco I), una funzione fondamentale nell’ambito di un pontificato che ha segnato la storia recente della Chiesa, gettando le basi di quell’apertura alla modernità che ha contraddistinto la Chiesa di Roma negli ultimi decenni.
Egli non ha smesso mai di consigliare, aiutare, incoraggiare il Pontefice nel suo ruolo di rinnovatore della Chiesa Cattolica agli albori dell'era della Globalizzazione.
Ma, solo capendo cosa ha rappresentato per il mondo cattolico il Concilio Vaticano II, e la sua portata, possiamo capire lo spessore del personaggio che ci ha lasciato e che è stato testimone oculare e attore di uno dei più importanti eventi del XX secolo per la storia d'Italia, d'Europa e dell'umanità.
Il Concilio ecumenico Vaticano II, apertosi solennemente l'11 ottobre 1962, nella basilica di San Pietro in Vaticano e svoltosi in quattro sessioni dal 1962 al 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI, è stato il ventunesimo e ultimo (fino ad ora), ossia una riunione di tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica per discutere su argomenti teologici. Vennero promulgati durante il Concilio quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti.
Fu la prima vera occasione per conoscere realtà ecclesiali fino a quel momento ai margini della Chiesa Cattolica e l'aprì totalmente alla società esterna, dopo la fine del potere temporale dei Papi.
L' importanza dell'evento è stata paragonata a quella del Concilio di Trento della Controriforma per come ha rivoluzionato l'ecumene Cattolico e adattato la Chiesa ai cambiamenti del mondo post Seconda Guerra Mondiale, in cui essa recitava un ruolo veramente globale e non era più “europocentrica”, ma caratterizzata da tante realtà fino a quel momento marginali, ad esempio quelle latino - americane e quelle africane.
Benché il latino restava la lingua ufficiale della Chiesa e di tutte le liturgie, si riconobbero le lingue “volgari” (cioé parlate dal popolo) come idonee alla celebrazione dei Sacramenti.
Esso, ripudiò il cosiddetto antisemitismo religioso, pur ribadendo che Cristo era la Verità e l'unica via per giungere al Padre, riconobbe, tra le altre cose, la presenza di “semi verità” anche nelle altre Chiese cristiane e nelle altre confessioni religiose.
Si riconobbe l'importanza del laicato cattolico nel vivere a contatto col mondo. I laici erano visti come cristiani che assumevano la missione di “ricondurre il mondo a Cristo”, testimoniando la propria fede fra la gente e non solo come il popolo di Dio guidato dai pastori.
Capovilla ha continuato ad essere, in tutti i ruoli ricoperti e, fino alla fine, un sostenitore della Chiesa misericordiosa e del dialogo pacifico interreligioso, valori che sono a tutt'oggi vivi nel mondo cattolico del XXI secolo.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia