(ASI) 99 anni di storia. 99 anni di scuola. Questo è stato l’indimenticato professor Renato Romizi, che dà l’addio alla città di Perugia. Tantissime persone sono accorse per unirsi ai familiari. Amici, vecchi colleghi, ex studenti di tutte le età.
Il figlio Alberto lo ha ricordato come un uomo allegro, sempre con la battuta pronta, che sdrammatizzava anche durante la visione dei film impegnativi. Un uomo molto assorto nei suoi studi, ma che c’era sempre per i suoi cari. A Porta Sole tutti ricordano il professore, quando, immerso nei suoi pensieri, camminava leggendo il giornale. Un uomo nato agli inizi della Prima Guerra mondiale, che già insegnava gia durante la Seconda Guerra e che ha visto scorrere una marea di studenti: quelli del boom economico, quelli del Sessantotto, fino ad arrivare agli anni Ottanta, quando andò in pensione. Ma il suo lavoro con i ragazzi non finì, si dedicò a loro nel suo studio fino a quelli nati negli anni ‘90. Un uomo a ottanta anni è ormai finito, ma non il prof. Renato che ideò e realizzò il suo vocabolario. Lo ricorda il professor Carmine Varasano, ritenendosi onorato di essere stato suo collega con cui condivise molti momenti di confronto e studio, come il progetto del vocabolario. Un uomo che ha saputo sorridere e scherzare per cento anni e che ci dà oggi un’altra lezione, che va oltre il latino e il greco, una testimonianza di vita senza precedenti. Per quanto ci sia un vuoto enorme a Porta Sole, il cammino di Renato non finisce qui. Non svanisce con l’ultimo saluto alla bara dato insieme dalla moglie Luciana, anche lei in dimentica professoressa di lettere, e dal nipote Andrea, oggi non sindaco, ma solo un ragazzo che con malinconia lascia il suo amato nonno, il professore continuerà a vivere nei cuori di chi lo ha amato e nei banchi di scuola del Mariotti e chissà forse tra cento anni si parlerà ancora di lui, in fondo omega e alfa alla fine sono due facce della stessa medaglia.
Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia