(ASI) CITTA’ DEL VATICANO - Una grande folla come ogni domenica assediava Piazza San Pietro in Vaticano, tutto per ascoltare le parole di un uomo che con la sua dolcezza e pacatezza è riuscito a insidiarsi nel cuore di tutti anche dei più scettici e soprattutto è riuscito a portare Gesù laddove sembrava impossibile. Nella società odierna c’è un grande bisogno di credere, c’è fame di fede una fede viva e gioiosa che restituisca speranze e motivazioni in un tempo di crisi economica e spirituale.
Il Vangelo di oggi parla dell’incontro tra il Battista e Gesù che chiedeva di essere battezzato da lui. “Il Battista vede dinanzi a sé un uomo che si mette in fila con i peccatori per farsi battezzare, pur non avendone bisogno. Un uomo che Dio ha mandato nel mondo come agnello immolato.
Nel Nuovo Testamento il termine “agnello” ricorre più volte e sempre in riferimento a Gesù. Questa immagine dell’agnello potrebbe stupire; infatti, un animale che non si caratterizza certo per forza e robustezza si carica sulle proprie spalle un peso così opprimente. La massa enorme del male viene tolta e portata via da una creatura debole e fragile, simbolo di obbedienza, docilità e di amore indifeso, che arriva fino al sacrificio di sé. L’agnello non è un dominatore, ma è docile; non è aggressivo, ma pacifico; non mostra gli artigli o i denti di fronte a qualsiasi attacco, ma sopporta ed è remissivo. E così è Gesù! Così è Gesù, come un Agnello”; tale similitudine lascia comprendere quanto inutile sia cercare di imporsi con la forza e la violenza per sormontare su gli altri, ma soprattutto come si possa essere forti nella fede, poi Papa Francesco prosegue con parole semplici ma molto significative “essere discepoli dell’Agnello significa non vivere come una “cittadella assediata”, ma come una città posta sul monte, aperta, accogliente, solidale. Vuol dire non assumere atteggiamenti di chiusura, ma proporre il Vangelo a tutti, testimoniando con la nostra vita che seguire Gesù ci rende più liberi e più gioiosi.” Un chiaro riferimento alla Chiesa alla quale il Santo Padre chiede di essere più aperta alla comunità ma soprattutto ai cambiamenti che questa sta attraversando, forse Papa Francesco cerca con queste parole di incitare la Chiesa ma anche il popolo ad accettare le diversità della gente e non chiudersi in se stessi, aprirsi anzi a chi magari ancora non ha una fede salda a chi cerca comprensione e amore perché come sottolineato da Bergoglio stamani, Il verbo che viene tradotto con “toglie” significa letteralmente “sollevare”, “prendere su di sé”. Gesù è venuto nel mondo con una missione precisa: liberarlo dalla schiavitù del peccato, caricandosi le colpe dell’umanità. In che modo? Amando.” Il Papa infatti chiede cosa significhi essere discepoli di Gesù Agnello di Dio, a tale domanda risponde “significa mettere al posto della malizia l’innocenza, al posto della forza l’amore, al posto della superbia l’umiltà, al posto del prestigio il servizio.”; parole che certamente vengono dal cuore soprattutto quando alla fine dell’Angelus Bergoglio si raccomanda di non perdere la speranza di un mondo migliore, a tale proposito visto il periodo che l’umanità sta attraversando certo non è cosa da poco avere ancora tale speranza, ma la fede in Dio certo può rendere tale impresa molto più semplice, d'altronde se Dio ci da un peso, ci darà anche la forza di sostenerlo.
Erika Cesari – Agenzia Stampa Italia