L'orgoglio del Presidente. Nel corso della giornata si è parlato di molti temi e fronti sui cui il CSI è attivo, tra qui quello della disabilità. Sono state raccontate storie incredibili e credibili allo stesso tempo, storie di chi ha trovato nello sport e nel confronto una strada per una vita autonomia e piena. Questo il bilancio del Presidente Achini: "Siamo giunti al dodicesimo anno del meeting ad Assisi e ogni anno vengono nella città di San Francesco qualcosa come settecento dirigenti da tutti Italia, affrontiamo tanti temi, l'idea di approfondire, dare forza alla valenza educativa e culturale, anche spirituale dello sport, mettendo al centro dei nostri ragionamenti anche la disabilità, la presentazione dell'attività della nazionale amputati di calcio ad un anno della sua nascita, un'esperienza unica. Ma anche la grande l'attività svolta con grande umiltà, nel silenzio e nell'ombra dai comitati per offrire a tantissimi ragazzi che hanno problemi di disabilità, l'opportunità bella e affascinante di praticare uno sport".
Il CSI incontra il CONI. Poi nel pomeriggio, l'evento forse più significativo di tutto il raduno CSI, l'incontro quasi fraterno con il Presidente del Coni Giovanni Malagò. Quella del Presidente per lo sport è quasi una malattia, ne ha praticati diversi dal calcio a 5 allo sci e da anni è un tesserato CSI, il suo Circolo Canottieri Aniene società affiliata al Centro. Accolto sul palco dal Presidente Achini, la chiacchierata con Malagò ha toccato molti aspetti della sua vita personale e del suo programma come numero uno del CONI.
"CSI è un marchio di garanzia - ha detto Malagò -, è l'emblema di un movimento che rappresenta, insieme ad altri enti, i valori della promozione sportiva. Qui ci sono le fondamenta del nostro mondo e dello sport nel nostro paese, il CSI sa coniugare i valori di base dello sport con quelli della vita sociale, della famiglia, la fede, la cultura del rispetto e devo dire che in 70 anni hanno fatto molta strada e penso che sia stato un dovere esserci". Il programma di rivoluzione del CONI che il nuovo presidente sta portando avanti procede a passi spediti e se è ancora presto per fare bilanci, Malagò afferma che: "Secondo me stiamo andando bene, stiamo portando avanti delle idee con coraggio, con impegno. Lo facciamo con amore, passione e condivisione anche se non devo essere io a dirlo, è come se ad un cuoco chiedeste se è buona la cena. Non agiamo con pregiudizi, non ne abbiamo nei confronti di nessuno, ma dobbiamo tenere in considerazione l'ambiente in cui ci troviamo e necessariamente abbiamo bisogno di nuove persone, mentre altre hanno bisogno di entrare in un ordine di idee diverso, più giusto rispetto ai momenti e esigenze che viviamo". Nonostante questo Malagò sa anche quali sono le prossime imminenti scadenze: "Un vero bilancio credo che lo potremmo fare dopo le Olimpiadi invernali di Sochi, che sono il nostro traguardo. Sostengo da tempo una tesi che non vuole dire mettere le mani avanti ne essere auto-celebrativa ma credo che se dovessimo andare molto bene a Sochi non vuole dire che i problemi saranno risolti, e al contrario se dovessimo andar male non significa che non dobbiamo proseguire nella costruzione di quei presupposti per un modello di gestione dello sport diverso rispetto a quello avuto finora. Non è questione di giusto o sbagliato, ma i tempi e sopratutto i desideri del popolo di base vanno in questa direzione e noi dobbiamo solo recepirli".
Il Presidente Malagò ha fatto un'altra scelta di rottura rispetto al passato, preferendo la Messa di Natale del Coni l'oratorio di San Lorenzo a Roma, il luogo da dove è anche partita la sua corsa elettorale, questi i motivi della scelta: "Il prossimo anno il Coni compie 100, ed secondo me il Coni stesso è nato anche negli oratori, nei piccoli centri di provincia dove c'era la stazione dei Carabinieri, l'ente locale e gli oratori, quindi da lì sono partiti generazioni di sportivi che hanno dato lustro, e sono orgoglio per gli italiani. Quindi dobbiamo tornare lì, con criteri e mentalità diversi e al tempo stesso con quei valori di base che viaggiano su un binaria parallelo. Il ritorno all'oratorio credo sia quindi un gesto simbolico, chiaro e ci tenevo a dare una testimonianza in questo senso".
Giovanni Malagò così come altri sul palco di Assisi è stato chiamato a parlare di sogni, e il Presidente non ha nascosto che l'ambizione del Coni è quella di riportare un'Olimpiade estiva in Italia, come veicolo di ripresa per il paese ma anche una speranza per i giovani, un evento che sollevi la cappa grigia che ci avvolge. "Non ce l'ha ordinato il medico di provare a candidarci - dice il Presidente - ma stiamo facendo tutte le valutazioni del caso. C'è tempo fino a settembre 2015 per formalizzare la candidatura, fino a quella data ci possiamo muovere con le mani più libere, e si può fare un po' di lobbying - diciamo ufficiosa - a cominciare, dopo il congresso dei comitati olimpici che si è tenuto a Roma, da Sochi dove sarà importante fare il punto della situazione. Molto dipenderà anche dallo scenario politico nazionale".
Il sogno olimpico passa anche da un impegno forte del Paese in nel settore delle infrastrutture, e se "E' vero che in passato la gestione degli impianti è stata fonte di scandalo, questo non deve impedire passi avanti"- commenta Malagò. Il suo programma alla guida del CONI prevede infine interventi mirati con la scuola e per la scuola e un'azione di trasparenza e chiarezza nel mondo dell'associazionismo sportivo.
A pochi giorni dalla scomparsa del leader sudafricano Nelson Mandela con poteva mancare il ricordo del Presidente il quale sottolinea che: "Mandela aveva un rapporto totale con lo sport, lo pensava e vi ragionava sopra quando era in cella, e l'ha usato nel suo governo come messaggio universale per la ripresa e l'integrazione del paese, a dimostrazione che lo sport può accorciare distanze di ogni genere".
Chiara Scardazza - Agenzia Stampa Italia
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