(ASI) I giovani, la speranza di un futuro sostenibile, la speranza di un domani migliore, la speranza di un domani in cui l’uomo amerà il creato, e il prossimo. Sembra utopico, ma forse qualcosa sta cambiando, i giovani si stanno muovendo per promuovere e pretendere un maggiore rispetto per la Terra in cui viviamo chissà che tante voci insieme non formino il cambiamento.
Proprio di questo si è parlato oggi ad Assisi, noi di Agenzia Stampa Italia eravamo presenti nella sala stampa del Sacro Convento per assistere alla conferenza di presentazione della giornata mondiale della gioventù che si terrà a Rio de Janeiro il prossimo 22 luglio. Al termine di tale incontro siamo riusciti a fare qualche domanda ad alcuni degli ospiti presenti.
La prima domanda è stata per Padre João, collaboratore del Pontificio Consiglio, al quale abbiamo chiesto:
“ cosa rappresenta per lei questa giornata, come pensa verrà vissuta a Rio?”
“ bèh io dopo la GMG di Roma nel 2000 ho fatto tutte le altre e mi ricordo che in qualche incontro di preparazione rappresentavo la mia comunità in questi incontri dei delegati internazionali, mi ricordo che una volta facevo una domanda ai responsabili per la GMG per il Pontificio Consiglio per i laici, dicevo ma quando la GMG tornerà nel continente latino americano? Perché la prima GMG fuori Roma era stata a Buenos Aires nell’87 ed ecco che adesso più di 25 anni dopo la gente ritorna nel continente latino americano e guarda caso con Papa latino americano, è molto significativo questo. Personalmente sento di dare un piccolo contributo, sembra quasi che quando tu solleciti, sei anche chiamato in causa per aiutare e penso che la GMG ricorda anche ai giovani, io lo sono ancora più o meno giovane, giovane adulto forse ( dice scherzando n.d.r.)…. Quando chiediamo un mondo migliore ed è giusto siamo anche impegnati in prima persona a rendere questo mondo più giusto cambiando prima di tutto noi stessi e poi dando il nostro contributo per migliorare il mondo. Oggi abbiamo parlato della dimensione del creato dell’ecologia, anche in questo campo ma in tanti altri campi”.
Salutiamo Padre João, per spostarci da Padre Enzo Fortunato, col quale avevamo già avuto modo di parlare anche l’8 giugno scorso in occasione del concerto di solidarietà, a lui stavolta abbiamo chiesto:
“ quali sono le aspettative per questa giornata a Rio?”
“ intanto che i giovani facciano una bellissima esperienza religiosa insieme a Papa Francesco e poi è evidente che all’interno di questa grande esperienza religiosa far propria la responsabilità per la custodia del creato ecco perché i vertici della GMG hanno voluto ad Assisi presentare questo manifesto messaggio che i giovani lanceranno a Rio il 22, manifesto che contiene un riferimento molto chiaro alla esperienza di San Francesco d’Assisi che ha voluto chiamare l’ambiente sorella e fratello in tutte le sue espressioni, intendendo proprio quello che è stato detto durante la conferenza, cioè che l’ambiente è la propria casa, e quando nella propria casa c’è qualcosa che non va ci si sente responsabili”.
Abbiamo poi avuto il piacere di parlare con Maria Valentim, rappresentante della comunità Shalom del Brasile, alla quale abbiamo chiesto:
“ che cosa significa questa giornata per tutto il mondo ma anche per la popolazione di Rio che in questi giorni sta chiedendo a gran voce la possibilità di avere un titolo di studio, la possibilità di un futuro?”
“ utilizzando le stesse parole che loro adesso li in Brasile adoperano – sarà una manifestazione- una manifestazione pacifica, una manifestazione che parte da un incontro con Cristo e con Cristo incontrare anche i fratelli che siamo noi giovani… e allora sarà un momento eccellente per dialogare su questo sviluppo della persona umana, che quello che Cristo e Francesco di Assisi ci ha insegnato, che quando tu ami Cristo tu ami anche il creato e allora da giovani li potremmo insieme approfittare di questo momento che il Brasile vive di manifestazioni, manifestare che anche noi Cristiani siamo preoccupati, vogliamo essere coinvolti, vogliamo essere protagonisti di un mondo nuovo perché siamo giovani vogliamo un futuro e dobbiamo costruire insieme allora non ho paura delle manifestazioni, invece penso che sarà un bel momento per incontrare questi giovani e con loro costruire una società migliore”.
Anche noi ci auguriamo una società migliore, che lasci spazio al dialogo e all’incontro e abbandoni la violenza e l’indifferenza verso il prossimo ma anche verso l’ambiente, perché ricordiamo che noi siamo inquilini non padroni di questo mondo, e come tali dobbiamo fare in modo che le generazioni future ricevano in eredità una Terra sana e prosperosa nella quale vivere e non un deserto arido e privo di sentimenti.
Erika Cesari – Agenzia Stampa Italia