"Anche noi vorremmo poter protestare nel nostro paese come hanno fatto loro" ha commentato Yoani Sanchez, obiettivo dei cori di protesta sollevati da ragazzi dei centri sociali e del gruppo Militant nei suoi confronti.
Una risposta secca, a tono alla quale sarebbe molto difficile ribattere: poche parole che riassumono il clima di intolleranza politica che regna su un'isola falso mito di libertà per molti ragazzi occidentali. Dal suo blog, Generazione Y (tra i più visitati al mondo), Yoani permette agli utenti della rete di aprire una finestra virtuale sulla vera faccia della Repubblica Popolare Cubana, sulle sue privazione e su un regime nel quale, nel Terzo Millennio, il potere non è concesso da libere elezioni bensì trasmesso in formula ereditaria, come in una monarchia assoluta.
Le argomentazioni dei filo castristi devono essere da subito sembrate molto vaghe e assolutamente labili dal pubblico di IJF, fondate più su un culto dell'ideologia comunista che non su una reale percezione delle cose. “Il criminale embargo americano” contestato dai giovani ne è emblematico esempio: l'isola, pur non avendo rapporti con gli USA, intrattiene relazioni commerciali e politiche con buona parte dell'Occidente industrializzato, a partire dal Canada, paese vicinissimo agli 'odiati' States e nel quale i prodotti made in Cuba sono assolutamente legali.
Il mito della rivoluzione del Che e di Castro contro la corruzione dei governanti filo americani si è incrinato da un pezzo, ovvero da quando il 'paradiso caraibico' è diventato preda di un turismo di massa che ha fatto di Cuba un Paese dei Balocchi per i turisti italiani, tedeschi, spagnoli che al sole dei tropici cercano belle donne e divertimento a basso costo. Insomma, quanto di più lontano dagli ideali che avevano animato la guerra a Fulgencio Batista.
Corruzione, miseria, prostituzione, mercato nero: questa è la 'bella Cuba' difesa dai castristi italiani, una nazione nella quale il capitalismo convive con un sistema marxista auto ridottosi ad essere solo strumento di oppressione del popolo.
Ma tutto ciò è ignaro a chi, alla disciplina dello studio e dell'informazione, ha preferito l'isolazionismo mentale e culturale, preferendo obbedire a vecchi schemi politici, già ampiamente sperimentati durante le rivolte di Budapest e di Praga, piuttosto che cercare di aprire una finestra sul mondo e di analizzare con senso critico ciò che accade attorno a noi.
Ignoranza. Un male che, anche nell'epoca digitale, è difficile da debellare.
Nulla è più terribile dell’ignoranza attiva sosteneva Goethe. Chi ieri ha tentato di gettare discredito su Yoani Sanchez e il suo lavoro di divulgazione della verità è un contro rivoluzionario. E lo è molto di più di Batista e delle armate bianche dell'ammiraglio Kolcak.
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia