La partenza Partito dall'Italia il 5 Aprile, Quirico ha raggiunto dapprima Beirut dalla quale poi si è spostato verso il confine siriano. Stando alla ricostruzione fornita dal quotidiano torinese, ci sarebbe stato un primo contatto tra la redazione e il reporter il 6, per avvisarlo del rapimento dei colleghi italiani ad Idlib, poi un secondo nel pomeriggio dello stesso giorno, un sms col quale Domenico ha avvisato il responsabile Esteri della testata di essere in Siria.
Ultimi contatti Una telefonata alla moglie (8 Aprile) e ad un sms inviato ad un giornalista RAI (9 Aprile) poi il silenzio.
Niente cellulare Stando a quanto detto alla moglie, Domenico avrebbe ricevuto dai suoi accompagnatori la richiesta di non usare il cellulare per qualche tempo.
I silenzi di Domenico Secondo i colleghi Domenico sarebbe uso, durante i suoi reportage, rimanere in silenzio per lungo tempo, mimetizzandosi tra la popolazione.
Tuttavia, trascorsi sei giorni dall'ultimo contatto, La Stampa e la famiglia avrebbero deciso di contattare l'Unità di Crisi della Farnesina.
Veterano della front line Sessantadue anni, Quirico è descritto come un veterano del giornalismo di guerra, avendo partecipato a reportage in molte delle zone più calde del pianeta, dall'Uganda alla Tunisia, fino al Mali. Quattro volte in Siria , è considerato un reporter preparato ed esperto.
La notizia della scomparsa. D'accordo con i familiari, i colleghi di Domenico hanno preferito mantenere riservata la vicenda, con il fine di tutelare l'incolumità del giornalista operante in area ad alto rischio sequestri. Poi, la decisione di rendere pubblica la notizia della scomparsa.
La guerra civile siriana è costata molto all'informazione internazionale con oltre 30 giornalisti uccisi dall'inizio delle ostilità. In queste ore risulterebbero scomparsi anche due corrispondenti americani.
La Redazione di ASI esprime vicinanza alla famiglia di Domenico Quirico e ai reporter operanti in zona di guerra.
Marco Petreli - Agenzia Stampa Italia