Il calcio di inizio della “StarCup2013”, come è tradizione, sarà dato dall’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, sabato 27 aprile, alle ore 15, presso il “Green Club” di Olmo in Perugia, e proseguirà nel giorni 28 e 30 aprile e 1° maggio. La giornata inaugurale sarà trasmessa in diretta da «Umbria Radio» a partire dalle ore 14.15.
Alcuni ospiti speciali, noti al mondo giovanile, racconteranno le loro esperienze di vita ispirandosi allo slogan di questa 8a edizione, “Ascolta la tua fede”, scelto non a caso nell’Anno della Fede. Ci saranno Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti impegnata a sostenere chi vive situazioni di grave disagio sociale, e Gianna Jessen, la giovane americana sopravvissuta all’aborto salino, che giungerà in Italia per la “StarCup” perugina. Tra le catechesi in programma, quelle di don Aldo Buonaiuto della Comunità Papa Giovanni XXIII, sacerdote impegnato nella difesa dalla vita di tante ragazze schiave, e di suor Roberta Vinerba, francescana diocesana, catechista e autrice di diversi libri di successo dedicati al rapporto fede-giovani.
Il progetto della “StarCup2013” (consultabile sul sito www.starcup.net) mette in risalto “il primo torneo che si gioca dentro e fuori dal campo” rivolto, in particolare, ai gruppi di adolescenti che in parrocchia, negli oratori, in tutte le associazioni e i movimenti ecclesiali, portano avanti un cammino di fede. Resta, tuttavia, una prerogativa fondamentale l’apertura verso il “mondo esterno”, quello popolato da una moltitudine di ragazzi e ragazze che non frequentano gli ambienti parrocchiali, o che se ne stanno allontanando. Il progetto punta su un approccio dalla forte impronta oratoriale: affiancare un percorso ludico-sportivo, già ricco di spunti educativi e di grande utilità sociale (in ordine alla prevenzione, ad un percorso catechetico di tipo esperienziale. Su questa base, solida e complessa, si innestano importanti elementi e strumenti di contorno, volti a valorizzare tanto la parte formativa quanto quella “di immagine”: una veste “mediatica” importante, la valorizzazione dell’impegno dei ragazzi nel formare una tifoseria e l’invito a curare l’identità della squadra sono tutti aspetti che rendono davvero accattivante, non solo per i più assidui della parrocchia, l’impatto complessivo dell’evento. Inoltre, il gruppo ha così la possibilità di “raccogliersi” intorno ad un’esperienza condivisa da tutti, non solo da chi gioca (c’è chi si occupa degli striscioni, chi scrive articoli, chi fa le foto o la telecronaca, chi video-riprende, chi compone l’inno, o disegna le divise…). Il premio per il gruppo più partecipe, quindi, più che un incentivo ad infondere energie, diventa il giusto riconoscimento all’entusiasmo che naturalmente si sviluppa nei gruppi: una preparazione che parte da lontano non fa che aumentare l’attesa. Sono tantissimi i ragazzi (e le ragazze!) che cedono volentieri ad un ambiente dai contorni così insoliti, e così gli educatori hanno infinite occasioni di incontro con loro. Una grande opportunità di crescita!