(ASI)"La vicenda delle fascette ai polsi dei migranti in Albania rappresenta l'ennesimo capitolo di un'operazione di disumanizzazione messa in atto da chi ha deciso di fare della sofferenza dei più vulnerabili un'arma politica.
È un atto che ci lascia senza parole e che condanniamo con la massima fermezza. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa barbarie, un sopruso che umilia la dignità umana e mina i diritti fondamentali di chi sta cercando solo di sopravvivere.Il governo Meloni, non solo ha acconsentito a queste pratiche inumane, ma ha contribuito attivamente a creare un contesto in cui l'odio e la paura sono stati trasformati in politiche migratorie violente e discriminatorie. La vergognosa pratica delle fascette ai polsi è l'ennesima prova di un sistema che tratta i migranti come carne da macello, da controllare, umiliare e ridurre al silenzio. Un sistema che non esita a calpestare diritti umani e dignità pur di alimentare la propria propaganda xenofoba e razzista.È ora di dire basta a questa deriva razzista e disumana. Non possiamo più accettare che le sofferenze di chi fugge da guerre, povertà e persecuzioni vengano sfruttate per il tornaconto elettorale di pochi". Lo dichiara di una nota Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.