(ASI) L'autunno caldo dell'Europa passa anche per il Portogallo, dove sabato scorso hanno manifestato circa 180mila, tra Lisbona e Oporto, contro le misure di austerità adottate dal governo, presieduto dallo scorso giugno da Paulo Passos Coelho.
Il Portogallo è il terzo Paese europeo, dopo Irlanda e Grecia, ad aver contratto un sostegno finanziario con Ue e Fmi che implica la realizzazione di un rigoroso programma di austerità, nel tentativo di ridurre il deficit, sanare le finanze pubbliche e rilanciare l'economia. Raggiungere questi obiettivi è impegno gravoso, per il quale il governo Coelho si è mobilitato imponendo alcune drastiche misure, tra le quali una tassa straordinaria sui redditi, aumenti d'imposta, cali delle prestazioni sociali, privatizzazioni, blocco degli aumenti di salario.
Si prevede che queste misure provocheranno una forte recessione nel 2012 e l’aumento del tasso di disoccupazione, già arrivato al 12%. Una tale prospettiva ha agitato la cittadinanza portoghese la quale, scesa in strada per protestare, ha scandito a gran voce slogan contro il Fondo Monetario Internazionale, il governo e l'Unione Europea.