Omicidi mirati e bombe che devastano e cambiano il volto ad interi isolati di Beirut, che lasciano aperte fratture insanabili all’interno del Paese dei cedri.
Vittima è stata oggi, insieme ad altre sette persone, l’ex Ministro delle finanze Mohammad Chatah, stretto collaboratore dell’ex Premier Saad Hariri.
Fonti vicine alla coalizione del 14 marzo hanno collegato l’omicidio di Chatah alle ormai prossime decisioni del Tribunale Speciale.
L’ex Premier Hariri ha puntato il dito contro Hezbollah, sottolineando come gli autori dell’attentato di oggi siano gli stessi che hanno eluso e non riconosciuto il Tribunale Speciale che indagava sull’omicidio di Rafiq Hariri, ucciso il 14 febbraio del 2005.
Proprio il 16 gennaio il Tribunale Internazionale dovrebbe iniziare il processo contro quattro membri del Partito di Dio ma Hezbollah non ha mai riconosciuto l’autorità del Tribunale, sostenendo che a carico dei quattro imputati sarebbero state prodotte false prove.
Nel frattempo il Segretario Generale della coalizione del 14 marzo ha invitato tutti i libanesi a partecipare ai funerali di Chatah, che si terranno presso la moschea Amin nel centro di Beirut domenica 29 dicembre, e ad esprimere indignazione per l’ennesimo episodio di violenza.
Ma le accuse lanciate dai partiti della coalizione del 14 marzo non vanno solamente contro Hezbollah ma puntano direttamente su Assad e la Siria.
Durissimo l’intervento dell’ex Premier Fouad Siniora che in conferenza stampa ha chiesto che ad occuparsi dell’attentato di oggi sia direttamente il Tribunale Speciale.
Siniora ha sottolineato come la mano assassina che si cela dietro l’omicidio di Chatah sia la stessa che, insieme ai suoi alleati libanesi, ha operato a Daraa, Aleppo e Damasco, Tripoli e Sidone.
La replica non si è fatta attendere e nel tardo pomeriggio il Ministro dell’informazione siriana Omran al – Zohbi ha definito le accuse rivolte dai membri del 14 marzo “casuali ed arbitrarie”.
Omran Zohbi ha ribadito come la Siria sia interessata alla stabilità e la pace del popolo libanese, minacciata da coloro che invece (l’accusa è rivolta ad Arabia Saudita ed ex Premier Hariri) proteggono le organizzazioni dello Stato Islamico del Levante e al – Nusra.
Hezbollah, in un comunicato diffuso su Al – Manar, ha risposto alle accuse condannando l’attentato, ultimo di una serie, che rischia di minare ulteriormente la stabilità del Libano andando a favorire i nemici del Paese dei cedri. Il Partito di Dio ha inoltre esortato gli apparati di sicurezza e giudiziari a compiere il massimo sforzo per catturare i responsabili del crimine e consegnarli alla giustizia. Infine Hezbollah ha rivolto un appello ai libanesi affinché si affrontino i pericoli che minacciano il Paese con saggezza e ragione.
Nel frattempo la notizia della morte di Chatah ha alimentato ulteriormente la tensione a Tripoli, nel Nord del Libano e a questo punto i funerali di domenica si potrebbero trasformare in una prova di forza tra le coalizioni in campo.
Matteo Bressan – Agenzia Stampa Italia