Nel frattempo nuovi particolari starebbero emergendo proprio dalla vettura imbottita di ben 70 chilogrammi di esplosivo. L’auto, una Honda CRV, sarebbe stata rubata all’inizio del 2013 nella città di Rmeileh e risulterebbe essere transitata per il campo profughi di Ain el-Hilweh. Su questa vicenda però c’è la massima riservatezza da parte dell’Esercito Libanese, che proprio in relazione a questa ricostruzione dei fatti, ha chiesto ai media locali di non diffondere notizie imprecise. Nella notte tra venerdì e sabato si era sparsa la voce che dietro al furto della Honda ci fossero alcuni elementi collegati al gruppo Fatah al – Islam.
Già nel pomeriggio di sabato un comunicato diramato dal comitato palestinese di Ain el-Hilweh ribadiva l’infondatezza e la casualità del furto della vettura con quanto accaduto ieri a Beirut e invitava tutti ad essere più cauti nel formulare giudizi e accuse contro i profughi palestinesi.
Sul versante politico si registra la presa di posizione del leader del partito Kataeb Amin Gemayel che preferisce aspettare l’esito delle indagini piuttosto che lanciare accuse e puntare il dito contro questo o quel gruppo. Gemayel ha inoltre ribadito come l’attentato abbia colpito il Libano a tutti i livelli andando ad indebolire il fronte dei moderati.
Hariri e Geagea, della coalizione del 14 marzo, anche alla luce della morte di Chatah hanno ribadito la necessità di costituzione del nuovo Governo e non è escluso che già dalla prossime ore il Presidente Suleiman e il Premier designato Tammam Salam non accelerino in tal senso anche contro gli auspici dei partiti della coalizione dell’8 marzo.
Matteo Bressan – Agenzia Stampa Italia
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