(ASI) Nel cuore del Centro Storico di Napoli, nella suggestiva Cappella Sansevero voluta dal principe Raimondo di Sangro, si cela uno dei più grandi capolavori della scultura di tutti i tempi: il Cristo Velato. Realizzato nel 1753 dal talento ineguagliabile di Giuseppe Sanmartino, scultore napoletano di straordinaria sensibilità, l’opera continua ancora oggi ad attrarre visitatori da ogni parte del mondo, rapiti dal mistero e dalla perfezione che la caratterizzano.
Commissionato dallo stesso principe di Sansevero, uomo di cultura e ingegno, il Cristo Velato rappresenta il culmine dell’arte scultorea settecentesca. Interamente realizzato in marmo, il capolavoro di Sanmartino colpisce per il suo velo marmoreo, tanto sottile e realistico da sembrare trasparente. L’effetto è talmente sorprendente che, per secoli, studiosi e artisti hanno creduto che fosse il risultato di un procedimento alchemico, tanto era viva la sensazione di morbidezza e leggerezza della pietra.
La leggenda narra che Antonio Canova, tra i più grandi scultori neoclassici, avrebbe dichiarato di essere disposto a rinunciare a dieci anni della propria vita pur di poter essere l’autore di un’opera simile. Parole che, seppur tramandate dalla tradizione, testimoniano la venerazione che il Cristo Velato ha sempre suscitato nel mondo dell’arte.
Il corpo di Cristo giace disteso, velato da una coltre che pare appena poggiata sul suo volto e sul suo corpo esanime. Eppure, tutto il corpo, il velo, il volto è ricavato da un unico blocco di marmo. Qui si rivela il genio di Sanmartino: nel rendere palpabile il dolore, la pietà e la sacralità attraverso la freddezza della pietra, trasformata in pura emozione.
Oggi, il Cristo Velato continua a vivere nella meraviglia degli sguardi di chi lo contempla, simbolo eterno dell’arte capace di superare i secoli e di parlare direttamente all’anima.
Salvo Nugnes
*Immagine generata da A.I. Microsoft Copilot.



