(ASI) - È stato rilasciato l'ultimo rapporto annuale ISTAT 2025 incentrato sulla situazione del nostro Paese, suddiviso in differenti aree tematiche. Le più interessanti, sono sicuramente quelle che fotografano lo stato di salute della nostra popolazione e della società italiana più in generale.
La popolazione residente in Italia è in lievissima diminuzione, -0,6 per mille, un dato che conferma il calo strutturale della popolazione che prosegue dal 2014. Di conseguenza, risulta che il numero dei decessi supera quello delle nascite, scenario coincidente con la riduzione della natalità che nel 2024 ha toccato il minimo storico e con la diminuzione della mortalità che nel 2024 ha fatto segnare un -3,1%. Le immigrazioni rappresentano sostanzialmente l’unica fonte di alimentazione della popolazione italiana: quest’ultime infatti sono state doppie rispetto alle emigrazioni.
Aumenta la speranza di vita, che per gli uomini si attesta a 81,4 anni mentre per le donne sale a 85,5. Tuttavia le condizioni di salute della popolazione sembrano essere contrastanti: seppur viene registrato un aumento della speranza di vita, dal report si evince una riduzione degli anni vissuti in buona salute, soprattutto per le donne. Il quadro così denotato, evidenzia un inesorabile invecchiamento della popolazione, con una crescita del numero degli ultraottantenni che superano i 4 milioni e 591 mila unità.
Le famiglie sono sempre più frammentate e composte da un numero esiguo di componenti: i single costituiscono il 36,2% del totale, coppie con figli si attestano al 28,2%. Le attuali condizioni sociali, correlate alla bassa natalità e all’instabilità coniugale, favoriscono l’aumento di famiglie senza figli e monogenitoriali. Secondo i dati ISTAT, aumentano le persone sole, soprattutto gli anziani. Mentre è indicativo il dato che vede il 63,3% dei giovani tra 18 e 34 anni, vivere ancora con i genitori. Più preoccupanti i dati legati alla situazione povertà: oltre un quinto della popolazione italiana è a rischio di povertà o di esclusione sociale, con il Mezzogiorno che si conferma come l'area più esposta del Paese. Le famiglie con minori, restano quelle più esposte a situazioni di povertà assoluta, seguite dalla fragilità di famiglie giovani con figli. A incidere in maniera preponderante sul rischio di povertà, è il livello di istruzione, che vede maggiori problematiche in famiglie in cui la persona di riferimento ha la sola licenza media, rispetto a diplomi di scuola secondaria.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia