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(ASI) Alicante, Spagna – 23 gennaio 2012 – Si lotta metro su metro nelle prime fasi della terza tappa della Volvo Ocean Race, partita ieri da Malé alla volta di Sanya in Cina.

Dopo le prime 24 ore di regata la testa della flotta è occupata dagli statunitensi di PUMA Ocean Racing powered by BERG, che cercano di difendere il loro piccolo margine sugli ispano/neozelandesi di CAMPER, terzi i francesi di Groupama 4. L’attraversamento dell’oceano indiano si gioca quindi tutto su regolazioni millimetriche per ottenere la migliore velocità.

Hanno navigato sempre di bolina, le sei barche partecipanti alla terza tappa della Volvo Ocean Race. E’ passato un giorno dalla partenza dalle Maldive e la flotta è ancora sempre compatta con i leader provvisori, gli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG che cercano di salvaguardare l’esiguo vantaggio sugli avversari di CAMPER, oggiAggiungi un appuntamento per oggi in seconda posizione a un solo miglio. Da notare che dal primo, PUMA, all’ultimo sono solo 10 le miglia di distanza, a conferma del livellamento di prestazioni di barche e equipaggi del giro del mondo a vela 2011/2012, dove anche una piccola miglior regolazione di vele e di assetto può significare la leadership.

Chris Nicholson, lo skipper australiano di CAMPER ha confermato che a bordo dello scafo bianco e rosso si ricerca la massima velocità con aggiustamenti minimi delle derive, dei serbatoi dei water ballast (i contenitori d’acqua impiegati per migliorare l’assetto della barca), delle scotte e della distribuzione del peso sottocoperta. “Apportiamo dei lievi cambiamenti a tutte queste componenti non appena aumenta l’intensità del vento. Sono le stesse cose che si fanno su una deriva, solo in scala maggiore. Sono variazioni millimetriche, dobbiamo settare le cose, verificare con gli strumenti di navigazione se ci sono stati cambiamenti e usare il nostro istinto per vedere se vada bene o meno. Sono soddisfatto perché nelle ultime sei ore abbiamo fatto dei passi avanti in questo senso.”

Da bordo di PUMA, invece, lo skipper Ken Read ritiene che la mossa vincente sia stata quella di portarsi su una rotta più a nord, ma che nulla si può dare per scontato. “La flotta è molto aperta e sembra che le differenze di velocità siano minime. E, per quello che si può vedere al momento, la regata ripartirà almeno dieci volte nello stretto di Malacca, un posto in cui tutti sanno è molto difficile navigare. Per ora le cose vanno bene, ma è presto, di certo ci aspettano ancora molte variabili.”

Parole positive sono arrivate anche da Franck Cammas, skipper del team transalpino Groupama. "E’ una bella lotta. Siamo soddisfatti in termini di velocità, in queste condizioni non abbiamo complessi di sorta, in media non siamo né più veloci né più lenti. Dipende tutto dai dettagli e la cosa più ardua è essere costanti. Non escludo che si possa trattare di 15 giorni di una gara di velocità.”

Nella giornata odierna le medie dei sei Volvo Open 70 sono aumentate perché le barche stanno uscendo dalla zona di ridosso creata dallo Sri Lanka ed entrando in un’area di vento di monsone più fresco, che nelle prossime 24 ore tenderà a girare da nord-nordest. Secondo il meterologo della Volvo Ocean Race, Gonzalo Infante la brezza aumenterà fino a 15/20 nodi andando a sinistra, ma sarà anche accompagnata da frequenti temporali e da raffiche. “E’ prevedibile che le condizioni favoriscano le barche che si sono tenute più a nord.” Ha detto Infante.

Una tale previsione non sembra pagare la scelta di Team Sanya che invece ha optato per una rotta più meridionale, nel tentativo di tenere il passo con le barche di nuova generazione. Lo skipper Mike Sanderson ha dichiarato che il suo team non ha molte alternative, se non quella di portarsi a sud della rotta ortodromica nel tentativo di rimanere agganciati al resto della flotta. “Cerchiamo di avere la stessa velocità degli altri” ha detto il vincitore della Volvo Ocean Race 2005-06 “Ciò significa che dobbiamo puntare più a sud, sperando che le carte giochino a nostro favore e che più in là si possa trovare l’aria giusta per risalire. Non siamo sotto rotta, quindi il rischio è molto basso. E’ importante riuscire a tenere il passo delle barche più nuove. Sappiamo che è una corsa dove non ci sono opzioni tattiche e che dobbiamo soffrire, ma teniamo duro e aspettiamo la prossima opportunità.”

Da parte sua l’olimpionico britannico Ian Walker, alla guida di Abu Dhabi ha ammesso che anche lui ha qualche problema a mantenere le velocità dei battistrada. “Per ora si tratta di una corsa in linea verso la punta meridionale dello Sri Lanka con le barche che navigano distanziate di uno o due gradi e nessuno ha ancora virato. Sfortunatamente per noi è una gara dove facciamo fatica a competere, stiamo provando ogni possibile configurazione di vele e regolazione, ma per ora non abbiamo ancora ingranato la marcia buona.”

Gli spagnoli di Team Telefónica invece, continuano a recuperare le miglia perse nelle prime ore della tappa quando hanno subito la rottura del punto di mura del loro Code 0, la grande vela di prua. Jordi Calafat, che a bordo dello scafo azzurro si occupa del coordinamento delle vele, ha detto che la riparazione sottocoperta di una vela di 500 metri quadrati è stata un lavoro difficile in un clima molto caldo, che ha richiesto cuciture fatte a mano. “Mettere a posto la vela non è stato complesso, la parte peggiore è stata portarla di sotto perché è una delle più grandi e più pesanti. Il danno era a una delle estremità, a un rinforzo che abbiamo dovuto cucire a mano. Abbiamo messo una nuova piastra e ora è a posto. Penso che la riparazione terrà, teniamo le dita incrociate perché non rappresenti un problema nei prossimi giorni. Per il resto va tutto bene e stiamo di nuovo navigando a velocità massima. Proprio in questo momento stiamo sorpassando Abu Dhabi, tutto bene.”

Passata la prima notte di navigazione, ai team restano ancora oltre 2.700 miglia durante le quali dovranno affrontare molte sfide meteorologiche e tattiche prima di arrivare in Cina i primi di febbraio e vedersi assegnare l’80% dei punti in palio per la tappa. Solo Team Sanya, che ha raggiunto i suoi avversari sull’isola di Malé, correrà per la totalità del punteggio della frazione.

Secondo il rilevamento delle ore 13 GMT, PUMA Ocean Racing powered by BERG dello skipper Ken Read ha mantenuto la testa della flotta, inseguito a un solo miglio da CAMPER with Emirates Team New Zealand e a due e mezzo dai francesi a bordo di Groupama 4. I leader della classifica generale, gli spagnoli di Team Telefónica sono a poco più di sei miglia, a 7,1 Abu Dhabi Ocean Racing e i cinesi di Team Sanya chiudono con un gap di 10 miglia esatte. Tutte le barche navigano di bolina a velocità comprese fra i dodici e i tredici nodi.

 

Notizie, immagini e la cartografia aggiornata ogni tre ore al sito internet: www.volvooceanrace.com

 

Classifica provvisoria seconda tranche tappa 3, 13 GMT (14 ora italiana):

1. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 2.673,6 miglia da Sanya

2. CAMPER with Emirates Team New Zealand, +1,1

3. Groupama sailing team, +2,4

4. Team Telefonica, +6,3

5. Abu Dhabi Ocean Racing, + 7,1

6. Team Sanya, +10

 

Classifica generale Volvo Ocean Race 2011/2012:

1. Team Telefonica, 71 punti

2. CAMPER with Emirates Team New Zealand, 64

3. Groupama sailing team, 51

4. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 36

5. Abu Dhabi Ocean Racing, 31

6. Team Sanya 11

 

 

 

La Volvo Ocean Race in pillole

· La Volvo Ocean Race è partita dal porto spagnolo di Alicante lo scorso 29 ottobre e finirà a Galway, in Irlanda nell’estate del 2012.

· La regata toccherà i porti di Città del Capo in Sudafrica, Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, Sanya in Cina, Auckland in Nuova Zelanda, Itajai in Brasile, Miami negli USA, Lisbona in Portogallo e Lorient in Francia.

· La prima edizione della regata, che si snodava su un percorso di 31,250 miglia si è svolta 37 anni fa, quando era conosciuta con il nome di Whitbread Round the World Race ed è considerata come la più difficile e impegnativa regata oceanica in equipaggio.

· L’edizione 2011-12 sarà l’undicesima della storia

 





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