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(ASI) Pasqualino Giangrossi, nostra conoscienza, in quanto ha militato alla Sirio Pallavolo Perugia, al comando della squdra che giocava in B2, nei nostri congronti si è reso sempre molto disponibile e cordiale, ed ha accettato di rispondere a questa nostra intervista, inerente al suo nuovo incarico, quello di secondo allenatore della Nazionale del Perù, dunque esperienza internazionale, che sicuramente gli permetterà di fare un grosso salto di qualità.

 

1) Ti saresti mai spettato una chiamata simile?

Era parecchio tempo che desideravo fare un'esperienza di volley internazionale e già da qualche mese lavoravo per partecipare ad un progetto del genere. Il Perù nello specifico era interessante per i successi ottenuti negli anni '80 e per l'incredibile seguito che la pallavolo ha qui. La chiamata poi è arrivata all'improvviso quando sembrava che chiappini avesse già firmato.

2) Sicuramente è stato uno di quei treni, che nella vita capitano una sola volta, che ne pensi?

E' un'esperienza incredibile, dal punto di vista tecnico ma anche dal punto di vista umano...una scelta del genere cambia le prospettive, si parte lasciando tutto per un tempo molto lungo e quindi le motivazioni devono essere fortissime.

3) Nel passare da una squadra di club ad una Nazionale, ci saranno differenze, quali hai notato?

Le differenze sono tantissime. Prima di tutto dal punto di vista della programmazione del lavoro, quello della Nazionale è dettata dai numerosissimi impegni internazionali, c'è poco tempo per lavorare in palestra e quindi bisogna imparare giocando. Poi in un club le motivazioni dei giocatori sono spesso legate all'aspetto economico, in Nazionale si gioca per una maglia e per un paese, è emozionante sentire l'inno, anche quando non è quello che più amiamo.

4) Hai preso questa decisione da solo o magari ti sei confrontato con Nneka (ndr sua compagna) o qualche altra persona?

Ovviamente non ho deciso da solo, Nneka è la mia compagna di vita da 6 anni e ovviamente se lei non mi avesse appoggiato non sarei mai partito. Ti ho detto che una cosa del genere mette davanti a dei cambiamenti radicali, però lei è una persona fantastica e la mia prima tifosa e sostenitrice, mi ha dato la forza per prendere questo treno, poi i miei genitori che mi hanno sempre appoggiato, spero tanto di dare soddisfazione alle persone che mi vogliono bene.

5) Tra l'Italia e il Perù, ci sono molte differenze, climatiche, alimentari e di vita in generale, come ti stai ambientando? Cosa ti manca dell'Italia?

Il perù è un paese splendido, che vive i contrasti tipici dei paesi in via di sviluppo. La gente è splendida e non è tanto difficile adattarsi, basta capire che si vive in un mondo diverso da quello a cui siamo abituati. Ti ho detto che questa è un'esperienza sia tecnica che umana speciale e sono fiero e felice di esserne parte, ovviamente l'italia mi manca, mi manca la mia compagna e i miei familiari, ma anche le piccole cose del quotidiano, mi manca Perugia che ormai da due anni è la mia città. Spero di ricevere buone notizie per quel che riguarda la Sirio, è una squadra speciale e spero di tornare e trovarla ancora li, il mio sogno resta sempre quello di sedere su quella panchina un giorno.

6) Con quale obiettivo, sei approdato nella panchina Peruviana?

L'obiettivo dichiarato è quello di arrivare alle Olimpiadi, la qualificazione qui manca da 2 edizioni e per questo paese significherebbe moltissimo, per me sarebbe la realizzazione di un sogno, la ragione per cui tanti anni fa ho iniziato ad allenare. Per ora ci stiamo godendo il calore di un pubblico incredibile, che anche nelle amichevoli è super numeroso (5/7000 persone).

7) Vuoi aggiungere altro?

Che altro dire, sono ancora frastornato da questa cosa, la decisione è stata presa in 4 giorni e il quinto già ero su un aereo. Da qui cercherò comunque di tenere altro l'onore del nostro paese e del nostro movimento.

Un saluto a tutti e uno speciale a te che hai pensato di contattarmi.

Ciao Samu!

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