(ASI) Perugia. Una giornata di festa e di riflessione nello stesso tempo. La sede del Comitato Regionale Umbro ha accolto questa mattina il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina.
L'occasione, oltre che ricevere i dovuti e sacrosanti consensi per il lavoro svolto dal 2018 (anno in cui si è insediato) ad oggi, culminato con la conquista del titolo europeo circa un mese e mezzo fa, per un'attenta analisi del movimento calcistico a tutti i livelli. Molti i partecipanti, dai vertici del Comitato alle varie rappresentanze istituzionali (per il comune di Perugia erano presenti il sindaco Andrea Romizi e l'assessore allo sport Clara Pastorelli). Proprio dall'Umbria, fatto tutt'altro che trascurabile, è partito il viaggio del trofeo conquistato dagli azzurri a Wembley, visibile fino alle 17 di oggi.
L'APPELLO DI REPACE - Luigi Repace, numero uno del C.R.U., apre il suo intervento rivolgendosi così a Gravina: "Il 20 aprile del 2020 il presidente disse che non voleva essere il becchino del calcio. Lo ringrazio per questa frase. Con la sua lungimiranza si è assunto una responsabilità che nessuno si sarebbe assunto. Il danno non era solo di carattere sportivo, ma va considerato anche l'indotto economico". Repace prosegue affermando che "il calcio italiano ha dimostrato che con la pianificazione sarebbe stato possibile sconfiggere almeno in parte la pandemia. Siamo riusciti infatti a vincere l'Europeo e nessuno deve smettere di ringraziare questo presidente nonostante l'immobilismo che c'era, lo stesso che trovo in ambito dilettantistico". Proprio a tal proposito il presidente del Comitato auspica "un cambio di passo nonché una collaborazione totale con la Federcalcio affinchè il calcio dilettantistico possa riprendere. Molti posti di lavoro sono andati persi e ci sono circa 250 mila praticanti in meno. Senza dimenticare l'aumento dei costi di gestione e il calo di autostima e fiducia che hanno avvertito i nostri giovani. La Lega Dilettanti è sempre stato lo zoccolo duro del calcio italiano. Chiedo uno sforzo maggiore perché questa è una situazione che non può più andare avanti; servono linee comuni sia in ambito professionistico che dilettantistico".