(ASI) Qualcuno aveva detto che mettere un patentato alla guida di una Ferrari è un azzardo. La mossa del presidente della Juventus Andrea Agnelli di promuovere Andrea Pirlo direttamente alla guida della prima squadra si sta rivelando tale.
Pirlo è stato un grandissimo del nostro calcio, proprio da lui è nata la riscossa bianconera del post Calciopoli. La sottile tra genio e follia è talvolta sottile e se il Pirlo giocatore era riconosciuto come un genio autentico, il Pirlo allenatore con i suoi esperimenti sembra invece un folle.
La situazione. Pirlo sta creando un ibrido che dietro vorrebbe ricordare la Juve di Conte, davanti quella di Allegri, ma con il pressing alto di Sarri. Risultato? Gioca male come quella di Sarri, si assenta come quella di Allegri e segna poco come la prima di Conte, senza avere i pregi cioè la grinta di Conte, il cinismo di Allegri e il talvolta bel gioco di Sarri. Insomma, il peggio del peggio.
I numeri. Guardando ai numeri su sei partite giocate in campo, due ne vinte convincendo, tre pareggi brutti e una sconfitta pesante con il Barcellona. Questa partita è forse la peggiore e la più indicativa. I giocatori ci hanno messo quasi tutti impegno, ma sembravano spaesati in balia del peggior Barcellona degli ultimi anni. La difesa copre poco, l’attacco è retto solo da Morata, che è l’unico che ci prova veramente seppur con molta sfortuna visto i tre goal annullati contro il Barca e i due con Crotone e Verona. Forse se non fossimo nell’era del Var, parleremmo di altri risultati, ma quello che preoccupa è il gioco con un centrocampo assente. Arthur-McKennie, Bentancur-Rabiot, Arthur-Rabiot, Bentancur-Arthur, cambiando la formula il risultato non cambia.
Le attenuanti. Ci sono delle attenuanti, ci mancherebbe, un precampionato saltato che potrebbe configurarsi con queste prime sei partite, e poi assenze pesanti come De Ligt, Alex Sandro, Chiellini e soprattutto Cristiano Ronaldo, colui che ha salvato la stagione di Sarri.
Pensare al trattamento subito dal tecnico toscano, verrebbe da pensare che ci sono due pesi e due misure. Sarri era già sotto processo dopo un favoloso girone di Champions e un gran bel girone di andata, poi qualcosa si è rotto e la stagione ha stentato. Pirlo sta facendo nettamente peggio, forse solo la Juve del post Pirlo-Tevez e Vidal fece peggio, ma allora Allegri trovò la quadra con i nuovi Dybala, Mandzukic, Cuadrado e Alex Sandro. Il mercato ha lasciato degli strascichi, perché manca il regista e dietro la coperta è molto corta sia che si parli di difesa a tre che a quattro. Inoltre, ci sono acquisti di oggetti misteriosi: Chiesa, capace di fare cose buone, ma spesso isolato e evanescente, una sorta di Bernardeschi pre involuzione e poi Arthur, che sarebbe l’unico con doti di palleggio e tecniche non indifferente in mezzo al campo.
Pirlo parlava di adattare i giocatori al ruolo in base alle loro capacità, ma finora gli esiti sono imbarazzanti: Kulusesky dietro le punte o sull’esterno non convince, Arthur sembra un pesce fuor d’acqua, Chiesa è a intermittenza. Meglio sembrano Ramsey dietro le linee e Danilo nella difesa a tre.
Il maestro si sta rivelando un dilettante in panchina. Anche se in effetti è alle primissime esperienze, non si può giustamente pretendere che un neopatentato vinca un campionato di Formula 1, eppure alla Juve stanno facendo così. Guardiola e Zidane avevano fatto la loro gavetta, Pirlo invece no. La situazione senza interventi forti potrebbe diventare difficile per i bianconeri e dopo nove anni si tornerebbe ai famosi zero titoli con Pirlo che ha aperto e chiuso un ciclo vincente.
Soluzioni tattiche. Una prima soluzione potrebbe essere la semplicità, Juve più solida e meno fluida con un centrocampo a tre con Athur centrale libero affiancato da Bentancur, Rabiot o Mc Kennie, così da avere un regista di palleggio, un incursore e un recupera palloni. Cuadrado e Alex Sandro sono l’usato sicuro, con Cristiano Ronaldo perno d’attacco con Dybala o Morata, con Kulusesky e Chiesa pronti a subentrare in corso. Inoltre più lanci, dal centrocampo sull’attacco e sulle fasce, con cambio di gioco, come era solito fare il Pirlo giocatore. Non a caso le poche azioni buone sono partite tutte dai lanci di Bonucci che innescavano le fasce o Morata.
Forse il maestro per cercare di venire fuori dal vicolo cieco in cui si è cacciato dovrebbe proprio ricordare la prima stagione con Conte che dopo un avvio non del tutto esaltante con tre pareggi nelle prime cinque partite (Catania, Bologna, Genoa), optò per il 3-5-2 con lui a faro del centrocampo e della squadra. Quella Juve non aveva un attacco stellare, infatti Matri, Vucinic e Quagliarella (reduce da un bruttissimo infortunio), Toni (messo fuori squadra) e poi Borriello erano ben poca cosa rispetto a Ronaldo, Morata, Dybala, Kulusesky e Chiesa.
Soluzioni societarie. Altrimenti in caso di altri risultati negativi, Pirlo potrebbe essere affiancato da un uomo di esperienza come Capello o Lippi, il famoso vice di grande esperienza che si auspicava per guidarlo oppure cambiare tutto e ritornare ad Allegri ancora libero e pronto alla vera riscossa dopo gli esperimenti Sarri e Pirlo. E con Allegri tutti gli juventini sarebbero sicuramente più allegri.
Daniele Corvi per Agenzia Stampa Italia