(ASI) Chi non ricorda il Leeds United di David O’Leary? Quella banda di ragazzini terribili che a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 conquistò la ribalta del calcio britannico ed Europeo.
Giocava bene quel Leeds, le magie di Harry Kewell, i gol di Alan Smith e le punizioni di Ian Harte sono ancora ben impresse nella memoria degli appassionati di questo sport. Ma non solo tecnica e classe, quel Leeds annoverava anche elementi che garantivano tanta corsa e altrettanta grinta, attribuendo solidità ad una squadra i cui meccanismi funzionavano alla perfezione.
WOODGATE
In difesa per esempio, al fianco dell’esperto centrale sudafricano Lucas Radebe, agiva tale Jonathan Woodgate, giovanissimo difensore che grazie alla sua abilità in marcatura, la sua prestanza fisica e le sue notevoli doti aeree, entrò a far parte già a 19 anni del giro della nazionale inglese.
BOWYER, DAI PRIMI “CASINI” AGLI ESORDI IN PREMIER
In mediana invece, a garantire quantità e corsa, c’era Lee Bowyer, inesauribile motorino di centrocampo che svariava per tutto il reparto recuperando una miriade di palloni, a volte con metodi poco ortodossi, ma estremamente efficaci.
Prima del successo a Leeds però, il percorso calcistico di Bowyer è stato travagliato, condizionato da una condotta di vita poco consona ad un atleta. A 17 anni quando giocava nelle giovanili del Charlton fu sorpreso a fumare cannabis, per lui scattò la sospensione, per poi essere reintegrato alcuni mesi dopo. Nel 1996 lo acquista il Leeds, ma dopo pochi mesi viene accusato di aver picchiato due dipendenti di Mc Donald’s, la società lo mise fuori squadra per alcuni mesi e soltanto nella stagione 98/99 riuscì a conquistarsi una maglia da titolare.
LA RISSA FUORI DAL PUB E IL PROCESSO
Woodgate e Bowyer erano molto amici anche fuori dal campo, abitavano vicini ed avevano amicizie in comune, il che, spesso, li portava ad uscire insieme anche di sera..
Nel gennaio del 2000, Woodgate e Bowyer furono coinvolti in una rissa assieme ad altri due amici, nella contesa un 19enne pakistano rimase ferito gravemente e portato d’urgenza all’ospedale. Ovviamente i 2 calciatori vennero messi sotto processo, il cui responso arrivò soltanto a distanza di un anno e in quel lasso di tempo, il rendimento dei 2 risentì inevitabilmente della vicenda. Woodgate fu condannato ad espiare 100 ore di lavori sociali, mentre Bowyer venne assolto da qualsiasi capo d’accusa.
DI NUOVO “BAD BOYS”
Ma i guai per i 2 “bad boys” non erano ancora finiti.. Nel 2002 Woodgate prese parte ad un’altra rissa, nel corso della quale riportò la frattura della mandibola, che lo costrinse fuori dai campi per oltre 4 mesi. Nel 2003 le strade di Woodgate e Bowyer si separano, il primo viene ceduto a titolo definitivo al Newcastle (e un’anno dopo passò al Real Madrid), il secondo, svincolato, si accasò all’West Ham.
La permanenza di Bowyer all’West Ham fu piuttosto breve, nel 2004 lo mette sotto contratto il Newcastle, ma dopo qualche partita, nel corso di un match contro l’Aston Villa si scagliò contro Dyer, suo compagno di squadra, picchiandolo e provocandogli lesioni al viso; ovviamente l’arbitro espulse entrambi dal campo. Dopo l’accaduto Bowyer dovette retribuire a Dyer un risarcimento di 1000 sterline. Dopo 3 stagioni al Newcastle, il mediano tornò all’West Ham per altri 3 anni, poi 2 stagioni a Birmingham, dopo le quali si trasferì all’Ipswich in Championship.
Woodgate invece dopo sole 9 presenze al Real Madrid tornò in Premier League col Middlesbourgh, poi 3 stagioni (e poche presenze al Tottenham) dopo le quali fece ritorno al Middlesbourgh, nella serie cadetta inglese, dove ha militato fino a fine carriera.
Woodgate e Bowyer, 2 predestinati, 2 dei più grandi prospetti del calcio inglesi di inizio secolo, ma 2 che, data una condotta di vita sbagliata e a tratti violenta, hanno attraversato una carriera mediocre, ben al disotto delle loro possibilità.
Alessandro Antoniacci - Agenzia Stampa Italia