(ASI) La sconfitta casalinga con il Chievo apre la crisi. A Napoli si apre la stagione della caccia alle streghe. La partita di giovedì contro lo Sparta Praga per dare un segnale forte a tutto l’ambiente.
Un partita con 33 tiri nello specchio della porta da parte degli azzurri e che si conclude con il successo della squadra ospite è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Il clima è teso in casa Napoli, dopo un’estate fatta di proclami e di impegni disattesi da parte della dirigenza che ha contribuito a fomentare la frangia più calda del tifo partenopea e a fornire alibi ai tanti detrattori di Rafa Benitez, reo, a loro dire, di essere troppo integralista nel suo credo tattico rispetto alla rosa a sua disposizione.
Ed ecco che ogni atteggiamento, ogni parola detta o non detta diventa un pretesto per lanciare strali, sospetti e illazioni nei confronti di De Laurentiis e del tecnico spagnolo.
Il permesso di cinque giorni concesso dalla società al proprio tecnico in occasione della sosta nazionale, fatto non inusuale nell’esperienza napoletana di Benitez, è diventato un fatto strano, da criticare e oggetto della dietrologia più subdola e meschina.
E non passa giorno in cui qualche collega ben informato non lanci l’esclusiva di una imminente cessione del club da parte di De Laurentiis.
La sensazione è che in pochi giorni si sita buttando alle ortiche quanto di buono costruito in questi anni in cui il Napoli è riuscito a consolidarsi stabilmente ai vertici del calcio italiano e a ottenere buoni risultati in ambito europeo contro i colossi continentali, proprio in un momento in cui in generale il calcio italiano e poco competitivo rispetto agli altri movimenti continentali.
Non è un momento felice, insomma, per il calcio a Napoli ma questo clima di caccia alle streghe certo non aiuta a capire quali sono i veri problemi che attagliano questa sqaudra.
A Genoa come nella partita casalinga contro il Chievo non è mancata la volontà di vincere da parte della squadra che ha attaccato a mani basse anche in maniera assennata ma a volte confusa.
Gli errori sono gli stessi dell’anno scorso e sono errori individuali e non di reparto, a dimostrazione del fatto che il problema non è nell’impianto tattico dato alla squadra da Benitez.
Del resto il modulo adottato anche a Napoli tal tecnico iberico, il 4-2-3-1, è uno dei più adottati e vincenti in Europa.
La questione forse è legata allo stato di forma soprattutto dei fedelissimi di Benitez, dei giocatori che nella passata stagione hanno fatto la differenza ed ora fanno fatica.
I vari Higuain, Albiol, Callejon, Jorginho e Mertens sono inspiegabilmente demotivati e sottotono e non riescono ad essere a fornire il loro solito apporto.
Gli esterni Maggio e Zuniga non riescono a gestire il doppio ruolo di spinta e ripiegamento fondamentale nello schema tattico adottato da Benitez. L’infortunio di Ghoulam, sotto questo profilo, è arrivato nel momento meno opportuno.
Ma la chiave di tutto è capire quali sono le vere potenzialità di questa squadra che certo non è quello di vincere lo scudetto a mani basse ma sicuramente potrà essere quello di lottare per il vertice.
Il problema principale sono , forse, le troppe aspettative create intorno ad una squadra e ad una società che è arrivata, dopo dieci anni, a doversi confrontare con la voglia di vincere dei propri tifosi.
Certo è che la società un po’ ci ha messo del suo a creare questa eccessiva aspettativa che non rispecchia le possibilità di un club che autofinanzia e non dispone di risorse tali da poter ambire al ruolo di ammazza campionato.
La mission è quella di migliorarsi anno per anno e creare una struttura societaria tale da consentire un incremento del fatturato e conseguentemente delle potenzialità della società.
Detto questo, la squadra ha le stesse potenzialità dello scorso anno in cui è arrivata terza in campionato stabilendo il record di marcature in serie A. Certo la campagna acquisti poteva essere migliore ma di certo l’organico non si è indebolito.
Manca forse quel pizzico di personalità che uomini come Reina potevano infondere nella squadra ma forse in parte la squadra nel complesso, dal punto di vista tecnico, è più completa.
Si tratta solo di trovare equilibrio e compattezza tra i reparti e tutto ciò si acquista solo partita dopo partita.
Una vittoria con un buon numero di reti, a questo punto, sarebbe salutare per tutto l’ambiente.
E giunge al momento giusto, allora, l’impegno casalingo ravvicinato di Europa League contro lo Sparta Praga, la squadra forse più forte dell’abbordabile girone capitato al Napoli.
Sarà l’occasione per Benitez di dare la giusta turnazione alla squadra con gli inserimenti dall’inizio dei nuovi arrivatati Lopez, Michu e De Guzman e con il rispolvero della carta Henrique al centro della difesa al posto di uno spento Albiol.
A questo punto anche il recupero di Ghoulam sulla sinistra, in un ruolo fondamentale per gli equilibri tattici di Benitez, potrebbe essere fondamentale.
La stagione è ancora agli inizi e nulla è compromesso. Certo è che un segnale di rinnovata fiducia nei propri mezzi da parte della squadra sarebbe la panacea di tutti i mali di questo Napoli.
Anche la società, sul piano della comunicazione, è chiamata a fare meglio di quanto fatto fino ad ora, poiché la costruzione di un futuro solido passa, oltre che per i fatti, anche attraverso le parole e lo stile, unico ed inestimabile bene che sfugge alle regole del mercato capitalismo più sfrenato.
Fernando Cerrato - Redazione Agenzia Stampa Italia