(ASI) Se il mercato in casa Napoli ancora non decolla, la stagione Europea degli azzurri entra nel vivo grazie al responso delle urne di Nyon che hanno messo sulla strada del cammino europeo della squadra di Benitez il peggior avversario che potesse capitare in questo momento della stagione ancora in fieri.
La sfida contro i baschi si staglia all’orizzonte come un muro difficile da valicare ed anche la sfida sul mercato per consegnare a Benitez una squadra che possa lottare su più fronti non risulta agevole.
La politica di De Laurentiis del rispetto del fair-play finanziario e della gestione societario attenta ed oculata la conosciamo un po’ tutti e senz’altro va lodata per i risultati fin’ora conseguiti, ma la domanda di molti tra tifosi ed addetti ai lavori è sempre la stessa: non è arrivato il momento di accelerare il passo?
E’ vero che fare mercato in questo momenti di crisi è duro per tutto il movimento calcistico nazionale ma è necessario rispondere con una certa imperiosità a squadre come Roma, Juventus ed Inter che con coerenza e sistematicità, seguendo un chiaro e preciso disegno, stanno dando fuoco alle loro polveri sul mercato in maniera imperiosa ed efficace.
Il Napoli, quando siamo ormai a meno di un mese dalla chiusura del calciomercato e a dieci giorni dall’esordio dei preliminare di Champions, ha ancora un atteggiamento guardingo e circospetto.
Le pedine che servono a completare lo scacchiere di Rafa Benitez non sono molte ma devono essere innestate, su indicazione precisa del tecnico spagnolo, nei punti nevralgici del campo laddove nella passata stagione la squadra partenopea ha evidenziato il proprio tallone d’Achille.
Occorrono due centrocampisti di maggiore qualità ed un attaccante esterno destro capace di accentrarsi e garantire un maggiore competitività nel reparto avanzato. La ciliegina sulla torta sarebbe poi un centrale difensivo di caratura internazionale da affiancare a Raul Albiol, anche se le prime uscite del nuovo arrivo il francese Koulibaly lasciano ben sperare.
Fellaini e Lucas Leiva sono obiettivi di un certo spessore e soprattutto funzionali al disegno tattico di Benitez ma per la cui cessione Manchester United e Liverpool chiedono a De Laurentiis uno sforzo economico ed un impegno di un certo livello che il Presidente del sodalizio azzurro non sembra voler assecondare per il momento.
Eppure il tempo stringe. Entro l’11 di agosto vanno consegnate alla Uefa le liste Champions ed il 19 vi sarà l’esordio stagionale in Europa in un doppio impegno dal dentro e fuori che potrebbe avere i primi strascichi, positivi o negativi, per la stagione azzurra ormai alle porte.
I baschi sono una squadra temibile che fanno della loro filosofia identitaria, in parte comune con quella partenopea, il vero punto di forza.
Non è un caso se la squadra allenata da Ernesto Valverde, tecnico che ha saputo rifondare il Bilbao del post Bielsa, insieme a Real Madrid e Barcellona non è mai retrocessa nella Liga.
Proprio perché è una squadra fortemente identitaria è costruita prevalentemente da giocatori nati o cresciuti nei Paesi baschi. Il simbolo è il nuovo stadio San Mames, impianto avveniristico da 53.000 posti di proprietà del club che ha preso il posto del vecchio “Catedral”, in cui parecchie squadre hanno lasciato le penne surclassati dal boato dei tifosi baschi per quella che, a tutti gli effetti, costituisce la loro rappresentativa nazionale.
A questo punto solo uno stolto non darebbe seguito a quello che è il naturale passaggio per la crescita del Napoli e cioè quello di completare l’opera iniziata l’anno scorso con Benitez che al suo secondo anno vorrà senz’altro migliorare quello che di buono si è fatto nella scorsa stagione in cui, se in campionato si è arrivati terzi senza mai però lottare per il titolo, in Europa ci si è fermati alla fase ai gironi pur brillando.
Il sogno si chiama scudetto ed è quello che i tifosi si aspettano da De Laurentiis che a questo punto, dopo i sorteggi Champions e a pochi giorni dall’esordio in Europa, si trova già ad un crocevia importante della stagione, dal sapore del dentro o fuori.
Chissà se quella attuata dal Presidentissimo sarà una strategia attuata ad arte. Staremo a vedere.
Chissà se De Laurentiis seguirà la filosofia oraziana del “carpe diem” o confiderà nel domani senza assumere rischi nel presente. Il tempo stringe, Bilbao è alle porte.
Fernando Cerrato - Redazione Agenzia Stampa Italia