(ASI) Archiviata l’inaugurazione dei Mondiali, con qualche riserva sull’organizzazione, ma noi italiani con la faccenda dell’Expo non potremo batter ciglio per l’eternità, tutto il nostro interesse va, immediato, alla Nazionale Azzurra.

Sarà competitiva?. Cosa potrà fare? Sono queste due delle tante domande che ormai tutti, tifosi e non, si pongono .alla vigilia del debutto contro l’Inghilterra.  Provo a rispondere, con qualche considerazione, senza avere la pretesa di essere un ct o addirittura un veggente. I 23 che Cesare Prandelli ha portato con sé in Brasile sono tutti bravi calciatori, qualcuno anche di navigata esperienza e di  talento come Gianluigi Buffon e Andrea Pirlo. Il Ct, d’altronde, ha scelto, quello che offriva il convento, e, in verità, non offriva moltissimo, perché nelle squadre italiane i ruoli più importanti sono ricoperti ormai da tempo da giocatori stranieri. Le polemiche per l’esclusione di Giuseppe Rossi e Mattia Destro, sono del tutto pretestuose, come peraltro ha avuto modo di spiegare ampiamente il tecnico anche nella conferenza stampa a Perugia, al “Renato Curi”, alla vigilia della partita amichevole contro il Lussemburgo. Sgombrato il campo di quelle che potrebbero essere le colpe, eventualmente da imputare a Prandelli in caso d’ insuccesso, rimane la questione di come impiegare al meglio i giocatori della rosa perché diano il massimo, che è quello che si richiede in un torneo così affollato di stelle e di formazioni forti ed ambiziose, che, tra l’altro, si giocherà in condizioni climatiche difficili. Detto questo si può subito aggiungere che l’Italia (n.9 nella classifica Fifa) non è in condizione di reggere il confronto con Brasile (non irresistibile nella “prima” contro la Croazia), Spagna e Argentina che nell’ordine mi sembrano anche le squadre favorite per vincere la Coppa. Questo sulla carta ed in teoria. Sappiamo, però, che il fascino del gioco del calcio sta anche nel fatto che in una gara secca può succedere di tutto, e non è detto che vinca sempre la più forte. Fatte queste doverose premesse, l’Italia per passare il turno (da prima o seconda) del girone D, dovrà vedersela con l’Inghilterra (Manaus, 14 giugno, ore 24) Costa Rica ( Recife, 20 giugno, ore 18) e Uruguay (Natal, 24 giugno, ore 18). La partita più importante ed anche la più impegnativa sembra essere quella contro l’Inghilterra (n.10 classifica Fifa). Intanto perché è la partita del debutto ma anche perché da quel risultato può dipendere il proseguo del cammino degli Azzurri. A Manaus ci sarà anche il pubblico amico: “ Qui siano tutti azzurri, da quando eravamo bambini” ha detto Artur Neto, il sindaco della città. Certo, la partita non è importante solo per l’Italia è altrettanto importante anche per l’Inghilterra. Una squadra tosta quella inglese guidata da Roy Hodgson, che pratica il (4-2-3-1). L’Italia come dovrà affrontarla? I dubbi della vigilia mi pare siano principalmente due: con una sola punta  (Balotelli) in attacco e se affidare a centrocampo la costruzione del gioco a due play ( Pirlo e Verratti) come contro il Lussemburgo. Secondo quello che si è visto negli ultimi tempi penso che il modulo che fa rendere di più sia, invece, il 4-1-3-2 con questi calciatori: Buffon in porta; difensori di fascia Darmian e Chiellini (al posto di De Sciglio, infortunato) centrali Paletta e Barzagli, Davanti al quartetto difensivo, come regista arretrato, De Rossi; a centrocampo Marchisio, Pirlo e Verratti (Aquilani), in attacco Balotelli e Immobile. Come si vede una leggera variante rispetto al 4-1-4-1 come pare sia orientato Prandelli.. Perché ho aggiunto una punta (Immobile) accanto a Balotelli ? Perché un solo attaccante di ruolo, seppure con gli inserimenti occasionali degli esterni Candreva e Marchisio riduce di molto il nostro potenziale offensivo e, poi, perché vincere la partita contro gli inglesi vuol dire avere, praticamente, come già acquisito il passaggio alla fase successiva, considerando che Costa Rica (28 nella classifica Fifa) dovrebbe essere un’avversaria certamente da rispettare, se non altro per quello che ho scritto sopra, ma anche da battere senza troppi affanni. E poi perché mi sembra una follia rinunciare a Ciro Immobile, non solo perché è stato il cannoniere del campionato ( e non credo sia un dettaglio) ma anche perché ha dimostrato di essere uno dei più in forma con la tripletta segnata al Fluminense, nell’ultima partita. Il napoletano è un giocatore che mi sembra abbia la stoffa del goleador di razza che vede la porta, e segna, con straordinaria facilità. Se non si mette uno come lui in una partita da vincere, a che serve averlo portato in Brasile? Battere Inghilterra e Costa Rica significa affrontare, con sei punti, l’ultima partita contro l’Uruguay (n.7 per la Fifa). In questo caso per passare il turno, potrebbe bastare anche un pareggio. Se, invece, non si dovesse vincere contro l’Inghilterra, la partita decisiva, fatalmente, diventerà l’ultima, quella contro l’Uruguay e, allora, il rischio di tornare subito a casa è altissimo, e varrebbe la pena non doverlo correre.         

 

Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia

           

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