(UNWEB) Frosinone. Il Perugia gioca solo dalla metà campo in giù, non costruisce nulla e perde senza metterci l’anima. Una sconfitta pesante, figlia di una fase offensiva nulla. Una miriade di passaggi sbagliati, nessuna densità in area, nessun furore agonistico, nessuna qualità nella creazione del gioco, nessuna reazione dopo l’episodio del gol preso. Il Perugia si limita al compitino e non ci mette cuore, e questo aldilà delle carenze tecniche nella costruzione dell’azione, perché non c’è chi crea per gli attaccanti, e perché gli attaccanti non si muovono e restano in attesa passiva degli eventi.
Il Frosinone fa poco di più, ma ci prova almeno tre volte e sfrutta l’occasione che ha a metà della ripresa. Poi si chiude nel bunker e non deve far altro che aspettare il cincischío dei grifoni, che puntualmente sbagliano e non danno mai la sensazione di crederci. Come sempre successo, alla prima negatività i grifoni si sono squagliati, dimostrando di avere poche risorse mentali. Ha ragione un Cosmi infuriato a fine gara a bollare la prestazione come una sorta di presa in giro dei tifosi scesi allo Stirpe e ad invocare il lettino dello psicanalista per una squadra che davvero non sembra avere la consapevolezza delle proprie qualità, la convinzione di volercela fare e la rabbia in corpo che dovrebbe essere il minimo sindacale per professionisti della seconda serie italiana. Sul banco degli imputati la mediana e gli attaccanti, perché la difesa, al netto dell’episodio del gol, ha comunque retto bene l’impatto e concesso quasi nulla ai frusinati. Ma poi, quando si è trattato di costruire, era come se a nessuno competesse la responsabilità di prendere l’iniziativa, di ricevere palla e spingersi avanti con impeto, di ricevere palla in area e giocarla con l’atteggiamento di chi vuole sfondare la rete avversaria. Falcinelli e Iemmello, poi anche Capone e Buonaiuto, non hanno saputo attaccare porta e spazi. Tutto qui, ma non è poco, perché, in pratica, è tutto da rifare. Il campionato prende incredibilmente un’altra ottica. La squadra di Cosmi deve stare ora attenta a possibili crolli, perché la classifica è corta e i pericoli incombenti, dato l’encefalo agonisticamente piatto di molti grifoni visti oggi a Frosinone. Se le squadre si costruiscono in estate e si devono guardare non solo le qualità tecniche, ma anche e soprattutto quelle umane, sarà bene che il Perugia cambi registro dalla prossima estate. Ma, intanto, c’è una stagione da salvare, nelle sue prospettive di rientrare in corsa per i play off, dai quali il Perugia è di nuovo fuori. Il lavoro sulle teste di Cosmi necessariamente dovrà registrare un’intensificazione notevole. Perché, se anche il Perugia avesse pareggiato (e sarebbe stato il risultato giusto per quello che si è visto in campo) sarebbero comunque rimasti tutti i dubbi sulla capacità della squadra di essere all’altezza delle situazioni e delle ambizioni. Dubbi non di poco conto, dubbi da fugare presto. Perché bisogna capire se i grifoni potranno mai avere, calcisticamente, un’identità di squadra, finora mancata. E se i motivi per cui finora non l’hanno avuta sono anche tecnici, e nel caso quali, oltreché di personalità. Da un tecnico all’altro, da un modulo all’altro, siamo sicuri che si siano scelti i giocatori e gli uomini giusti per l’uno e per l’altro?
Daniele Orlandi-Agenzia Stampa Italia