(ASI) Roma. Il Tar del Lazio, prima sezione, presieduta da Germana Panzironi, ha accolto in sede cautelare (cioè, ha intanto dato la sospensiva, perché nel merito si pronuncerà il 26 marzo del 2019) contro i provvedimenti con cui il commissario FIGC Fabbricini aveva accolto le modifiche del format della serie B da 22 a 19 squadre, bloccando i ripescaggi. E’ l’ennesimo ribaltone, conseguenza della prima applicazione del discutibile decreto voluto dall’attuale governo che ha sottratto alla competenza della giustizia sportiva e ricondotto a quella del giudice amministrativo i contenziosi in materia sportiva nei quali è in ballo l’appartenenza di club ad un dato campionato.
Le motivazioni della sospensiva
Il Tar ha ritenuto che le decisioni assunte a suo tempo sul format “evidenziano sotto vari profili rilevanti aspetti di distonia rispetto alla primaria finalità di interesse pubblico alla regolazione e al controllo dell’ordinato svolgimento dei campionati e alla disciplina federale in materia”. Per i giudici amministrativi, la modifica dei campionati “è stata assunta nell’ambito di una gestione commissariale” e “la riduzione dell’organico del campionato è stata operata nel mese di agosto, a pochi giorni dall’inizio dello stesso”, senza acquisire “il deliberato delle altre Leghe, che senz’altro avrebbero dovuto essere coinvolte, in quanto la determinazione dell’organico del campionato di Serie B incide sugli interessi delle squadre del campionato inferiore interessate ad esservi ammesse”. Il TAR ha per tutto questo ritenuto esistente il “fumus boni juris”, cioè sufficienti presupposti per concedere la sospensiva, “sotto i dedotti profili dell’eccesso di potere e della violazione delle norme statutarie dell’ordinamento della Figc” e che “la prosecuzione del campionato avviato sulla base delle modalità previste nei gravati provvedimenti, appare all’evidenza idonea ad arrecare un pregiudizio grave e irreparabile agli interessi della ricorrente, di entità difficilmente quantificabile, nelle more della decisione del merito del ricorso, anche tenuto conto della fase meramente iniziale in cui, allo stato, si trova il campionato”. Di conseguenza, il tribunale ha disposto l’accoglimento della “domanda di sospensione di tutti i provvedimenti impugnati, con conseguente obbligo, per le autorità competenti, di riesaminare gli stessi, sulla base della corretta applicazione del quadro normativo di riferimento”.
La palla passa alla Federazione del neo presidente Gravina.
Per quanto emanata solo in via cautelare, la decisone del Tar è immediatamente esecutiva, per cui la Federazione Calcio del neo presidente Gravina (che nella vicenda, da presidente della Lega di serie C, si era sempre schierato contro il format a 19) ora dovrebbe disporre il reintegro del campionato a 22 squadre e decidere quali esse siano tra le pretendenti. Il primo problema per la FIGC sarà quello di individuare l’organo che deve decidere sui ripescaggi. Sul tavolo ci sono tre possibili soluzioni, al vaglio di una riunione pomeridiana dei legali della Federazione. La prima, l’adozione di un atto di autotutela con cui la FIGC decide le tre ripescate. Questa soluzione potrebbe marcare un protagonismo inedito della FIGC e segnare la nuova era Gravina, ma avrebbe il rischio di impegnare il neo presidente nell’esecuzione di una soluzione che comunque rischierebbe di essere ribaltata al Consiglio di Stato, qualora impugnata in quella sede. Altra soluzione potrebbe essere quella di riattivare il procedimento al Collegio di Garanzia del CONI, dove si era fermato, o di tornare al TAR del Lazio. La Lega di B rimane in attesa delle decisioni che la Figc vorrà adottare per ottenere la definitiva chiarezza sul tema. Qualunque sia la scelta, essa rischierà di scatenare nuovi malumori e ricorsi e altri ribaltoni nei mesi a venire. Con tanti saluti al tanto sbandierato decisionismo del sottosegretario Giorgetti che, quando ha proposto il decreto di riforma -con urgenza degna di altre materie e prefigurando una chiara lesione dell’autonomia della giustizia sportiva- lo aveva giustificato con il motivo di dare tempi certi e brevi alla giustizia sportiva. Invece, come detto, il Tar del Lazio deciderà nel merito a marzo 2019, non proprio tra due giorni.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia