(ASI) Il Perugia di Alessandro Nesta, ieri squalificato e sostituito per l'occasione dal fidato scudiero Lorenzo Rubinacci, torna a vincere a più di un mese di distanza dall'ultimo successo ottenuto, sempre al "Renato Curi", contro l'Ascoli. Se in quella tiepida serata estiva era stato Luca Vido a risolvere l'incontro in favore dei grifoni con una doppietta, stavolta è toccato all'altra punta, l'esperto Federico Melchiorri, sfondare la rete all'8' della ripresa con un fendente destro potente e preciso, sull'angolino basso alla sinistra dell'incolpevole Guglielmo Vicario.
Sembra dare i suoi frutti, dunque, il 4-3-1-2 sperimentato nell'ultima frazione della gara di Cosenza e riproposto anche nella partita di ieri sin dal primo minuto, con un rombo composto dalle mezzali Verre e Mustacchio e dai due vertici Bianco (basso) e Dragomir (alto). Come già accaduto in Calabria, anche nel primo tempo di ieri la squadra ha stentato, evidenziando i problemi di approccio già segnalati da Nesta nel dopogara del "San Vito - Gigi Marulla". Se si tratta di una questione di personalità, come dice il tecnico romano, oppure di tattica, come sostengono alcuni suoi detrattori, non è ancora chiaro.
Fatto sta che nel primo tempo, soprattutto sulla sua corsia destra, il Perugia ha sofferto a lungo gli inserimenti di Falzerano, Zampano e Di Mariano, vere e proprie spine nel fianco di una difesa che, complice anche l'inconcretezza del centravanti arancioneroverde Zigoni, si è salvata alla meno peggio con alcuni contrasti, diverse spizzate e qualche generoso recupero di Mustacchio in fase di rientro oppure, come al 25', con un grande doppio intervento del portiere Gabriel, ancora decisivo, chiamato agli straordinari sulla conclusione dalla distanza di Di Mariano e sulla pronta ribattuta di Zigoni da distanza ravvicinata.
Il movimento in attacco del tandem biancorosso aveva mostrato un dinamismo importante sin dai primi minuti di gara, soprattutto con un Vido sempre più convincente e risolutivo. Tuttavia, scarsamente assistiti da un centrocampo ancora in ritardo di preparazione, nei primi 45' di gioco i due avanti di Nesta hanno dovuto spesso rincorrere, con non poche difficoltà, i lunghi lanci dei compagni dalle retrovie, vista la sterilità del rumeno Dragomir sulla tre-quarti e l'incertezza di Verre in fase d'interdizione. L'infortunio di Bianco sul finire di tempo ha poi ulteriormente complicato le cose, lasciando il Perugia privo del suo regista, sostituito dall'ivoriano Kouan.
Nella ripresa, la musica è cambiata sin dalle prime battute. Più convinta la manovra, più decisi i contrasti e meno macchinoso il disimpegno difensivo: tutti fattori che, uniti ad un progressivo calo fisico della squadra lagunare, hanno permesso al Perugia di prendere in mano le redini della partita, portandosi in vantaggio di lì a breve col destro dell'attaccante ex Cagliari. Sebbene il Venezia non abbia mai smesso di impensierire la retroguardia dei padroni di casa, specie dopo l'ingresso di Litteri al posto di Zampano, la compagine di Stefano Vecchi non è mai riuscita a mettere in serio pericolo la porta di Gabriel. Anzi, se Dragomir non si fosse fatto ipnotizzare da Vicario in uscita e se Vido fosse stato più fortunato in area, il punteggio avrebbe assunto proporzioni persino più ampie.
Alla fine, la squadra è potuta tornare con gioia a festeggiare sotto la Curva Nord, invero poco gremita. Non hanno certo giocato a favore del Perugia sia la concomitanza con l'impegno della Sir Safety Perugia Volley nella finale a quattro di Supercoppa al vicinissimo PalaBarton sia la giornata piovosa e umida. Eppure non possono essere solo queste le ragioni di un'affluenza così bassa. Il trend, infatti, è in calo: se nella gara d'esordio in casa contro l'Ascoli gli spettatori totali ammontavano a 8.681, cui ovviamente va tolto un migliaio di tifosi ospiti, arrivando così a circa 7.680, contro il Carpi, cioè dopo la batosta di Palermo, ce n'erano già 7.349 (di cui solo una ventina ospiti), mentre ieri pomeriggio col Venezia sono scesi a quota 6.883, di cui circa 150 ospiti, dunque grossomodo 6.730 di casa. Questo, ovviamente, supponendo che tutti i 5.510 abbonati siano sempre stati presenti, cosa in realtà non scontata, soprattutto nella gara di ieri, visto che la Curva Nord mostrava preoccupanti zone vuote nelle parti alte e in quelle laterali.
Insomma, c'è un feeling da recuperare appieno. Al di là dell'appello alla compattezza diramato dai gruppi ultras della Nord nei giorni scorsi, legittimo e comprensibile dal loro punto di vista, c'è ancora una parte di pubblico che non ha dimenticato le delusioni nel finale di stagione degli ultimi anni ed alcune scelte discutibili della società, e che teme per l'ennesima scommessa sulla panchina della squadra. Nesta e Santopadre dovranno lavorare anche su questo.
Andrea Fais- Agenzia Stampa Italia