(ASI) “Soltanto i fatti esistono nella vita”. Così Mr Gradgrind alla giovane Sissy Jupe in “Tempi difficili”, uno dei romanzi di Dickens. A Coketown non c’era molto spazio per l’immaginazione cui una generazione avrebbe piacevolmente riposte le proprie speranze, sottraendosi ai dettami sociali e alle convenzioni dogmatiche.
Sarebbe bastata la copia di qualcosa di bello e gradevole alla vista per elevare lo sguardo al di là della città e insegnare agli adulti che alle volte è necessario sconfinare nell’irrazionale, un mondo incerto ma allo stesso tempo affascinante. Siamo carne e spirito, oltre che ragione. Uno stimolo intellettuale che si proietta, anche questo di bisogno, sul Palermo dei “picciriddi”. La creatura rosanero, del post Dybala, inizia a prendere forma e al suo interno compaiono piccolo lucciole sconosciute e forse con ancora addosso le maglie sporche di fango dei pomeriggi roventi. Da Lo Faso a Moreo passando per Gallo, giovani promesse chiamate a fare il salto di qualità nell’immediato per riportare una piazza intera, frammista di storia e superstizioni locali pitreiane, nel nostalgico apogeo: la serie A.
Nell’incontro fra micro e macrocosmo, realtà e fantasia, il dirigente sportivo Rino Foschi, da tempo al lavoro sul fronte del mercato, anche prima della sua ufficialità, continua a tessere ulteriori trattative in entrata. Dopo il riscatto dell’ex Venezia - il rientro di Lo Faso, Bentivegna e Embalo, l’ingresso di Gallo, Santoro e Rizzo (i tre, al momento, con un contratto da professionisti si allenano in prima squadra) e l’arrivo di Antonio Mazzotta, Alessandro Salvi, Nicolas Hass e Alberto Brignoli – il ds in questi giorni sta chiudendo l’operazione che porta all’attaccante George Puscas di proprietà Inter. Pare ci sia un accordo di massima fra le due parti, tanto che la società nerazzurra ha già rifiutato altre offerte provenienti soprattutto dall’Hellas Verona. I gialloblù infatti, dopo aver fatto razzia prendendo Ragusa e dunque beffando i rosanero che da tempo seguivano la punta del Sassuolo, continuano a sedurre il rumeno, che però in entrambi i casi si ritroverebbe a disputare un campionato di serie b. Una volta che l’attacco del Palermo vivrà di nuova linfa, allora potrà partire Nestoroviski (all’arrivo di Puscas potrebbe aggiungersi anche quello di un nuovo Dieci: Clemenza). Il macedone ha ricevuto diverse proposte provenienti dalla serie A e dalla Premier League, ma la sua resta una situazione complessa. Nessuna delle offerte che sono state avanzate hanno ricevuto il beneplacito da parte di Zamparini; ciò nonostante però resta sullo sfondo l’impossibilità da parte della società di Viale del Fante di trattenerlo, visto un ingaggio superiore agli standard del campionato cadetto.
Nemmeno in perfetta sintonia con la linea verde e finanziaria. Andrea Rispoli. Il terzino campano in scadenza nel 2019 potrebbe presto accasarsi al Parma, società nella quale ha già militato. La ragione in più che lo spingerebbe ad abbonare è anche il mancato feeling con il modulo di gioco del tecnico Bruno Tedino, fatto espresso anche da Foschi che però ha ribadito come il Palermo non sia un ufficio di vendita. Tuttavia visto il trend del mercato siciliano (addii illustri, La Gumina e Coronado su tutti) che promuove una scomposizione della struttura che ha portato la squadra ad un passo dalla serie A - alla lista dei partenti si aggiunge anche Struna – le parole dell’ex ds del Vicenza echeggiano per pochi istanti.
Chi resta? Pawel Dawidowicz può considerarsi un giocatore del Palermo a tutti gli effetti. Trovato l’accordo con il Benfica che detiene il suo cartellino e dunque il polacco è prossimo alla firma. La società punta forte sul giovane difensore, che in vista della prossima stagione dovrà però ritrovare nuovi equilibri tattici insieme ad altri compagni di reparto, visto l’assalto del Torino su Aleesami e il palpabile addio dello sloveno, perno centrale della retroguardia rosanero.
Ripartire da zero, forse. Oltre i rimpianti e i sensi di colpa urge comunque una ricostruzione di un organico che ha vissuto una stagione altalenante, la scorsa, e che adesso con l’innesto di nuovi giovani potrà vivere una fase cruciale della propria storia con maggiore spensieratezza, quella che è mancata nel girone di ritorno. Certo, il successo sta anche nei fatti, ma soprattutto in medias res, diceva Aristotele.
Elisa Lo Piccolo - Agenzia Stampa Italia