(ASI) Perugia. è un gol di Filippo Falco al 91' a far gioire il pubblico di casa e a regalare al Perugia tre punti importantissimi per la classifica e il morale. Parte del merito in occasione della rete decisiva va senz'altro al centravanti Alberto Cerri, subentrato appena dieci minuti prima ad uno spento Buonaiuto, autore di un pallonetto morbido e leggermente effettato che sorprende la difesa marchigiana e smarca il fantasista pugliese, libero di affondare sulla corsia di destra e fulminare l'impotente Lanni col gol-partita.
Breda la vince a modo suo. Al tecnico Breda va sicuramente riconosciuto il merito di aver tentato il tutto per tutto senza sconvolgere gli equilibri tattici, evitando così di schierare troppe punte nell'ultimo quarto d'ora. Del resto, l'allenatore veneto l'aveva detto sin dall'inizio della sua esperienza perugina: la chiave per ottenere risultati è nel «vincere i contrasti» e, soprattutto, nel tenere sotto controllo la partita sino all'ultimo minuto senza sbilanciarsi per cercare la vittoria a tutti i costi. Con l'ingresso di Falco per Brighi, l'ex del Benevento si è posizionato sulla trequarti, partendo da sinistra, Buonaiuto è arretrato in mediana, Bandinelli si è accentrato vicino a Colombatto, mentre Han si è defilato sulla corsia di sinistra per dare man forte alle discese di Pajac, andando così a ricomporre il solito 4-3-1-2, ma con diverse soluzioni rispetto all'undici di partenza. Poco dopo, Buonaiuto ha lasciato spazio a Cerri, per fornire maggior spinta in attacco al fianco di Di Carmine, mentre Han ha fatto posto a Terrani.
Avversario più ostico del previsto. L'Ascoli, ultimo in classifica, era sceso sul manto dello Stadio Renato Curi con la chiara intenzione di strappare un pareggio: una linea difensiva a cinque molto imbottita, composta dai centrali De Santis, Mengoni e Gigliotti, e dagli esterni Mogos e Cinaglia a garantire un minimo di spinta offensiva sulle ripartenze; un centrocampo a tre con la fisicità di Addae e Bianchi, e l'esperienza di Buzzegoli; ed un timido reparto d'attacco formato da Varela, trequartista, e Santini, unica punta avanzata, a sostituire l'infortunato Favilli. Nonostante l'atteggiamento più che prudente predicato da Mister Fiorin, nel primo tempo è stata proprio la squadra bianconera a tenere meglio il campo, concludendo cinque volte verso la porta biancorossa e creando una ghiottissima occasione da rete con Varela che, lasciato inspiegabilmente solo in mezzo all'area su calcio d'angolo, colpiva di testa a pochi passi da Rosati, attento a bloccare la sfera.
La chiave di volta. Il Perugia appare abulico e privo di idee, sempre in ritardo sulle seconde palle e sconclusionato in attacco. Leggermente meglio nel secondo tempo, ma sempre con poche idee e non senza subire nuove ripartenze pericolose degli uomini di Fiorin, in grado di mettere in serio affanno Del Prete e Pajac sulle corsie laterali, sebbene non inquadrando mai seriamente lo specchio della porta di Rosati. Non succede praticamente nulla sino agli ingressi di Falco e, venti minuti dopo, di Cerri, che cambieranno l'inerzia della gara. Prima, con un tiro da fuori area dello stesso Falco, ribattuto coi piedi da Lanni. Poi, con un tiro ravvicinato di Di Carmine su traversone basso di Del Prete sporcato, sul quale l'estremo difensore bianconero compie una prodezza salvando la sua porta. Infine, in pieno recupero, con la rete decisiva. è Cerri a inventarsi un assist perfetto con un pallonetto di interno destro che trova Falco smarcato sulla corsia di destra. Il trequartista tarantino controlla di sinistro e trafigge impietosamente Lanni col destro.
Cambi tardivi. L'ingresso di Cerri, invocato da più parti in tribuna, è stato senz'altro tardivo. Un giocatore fisicamente dotato come il centravanti della Nazionale Under-21, che ha già dimostrato il suo valore in più di un'occasione - compresa la tribolata trasferta di Udine in Coppa Italia - non può restare fuori dall'undici titolare, tanto più in una sfida "rognosa" come questa, dove all'atteggiamento guardingo degli ospiti si è aggiunto un campo gelato dalla rigida temperatura invernale, costantemente vicina agli 0 °C per tutto l'arco dell'incontro. Inutile affermare che, in vista della difficile trasferta di Salerno, Breda dovrà rivedere diverse cose. Rientrerà dalla squalifica Massimo Volta, che riprenderà il suo posto al fianco di Salvatore Monaco, ieri poco coadiuvato dal giovane Dossena, e forse tornerà anche Nicola Belmonte sulla fascia destra, dopo l'infortunio di Udine, ma sarà impensabile ripresentare ancora una volta Di Carmine titolare di fronte ad un Cerri, non solo stoccatore ma anche abilissimo rifinitore, che scalpita legittimamente per un posto dal primo minuto anche in campionato.
PAGELLE
ROSATI 6 - Reattivo sulle conclusioni, sembra ancora incerto sulle uscite. Dà l'idea di non essere in piena sintonia con la difesa. Da un'incomprensione tra lui e Pajac era nato il calcio d'angolo con cui l'Udinese aveva cominciato a mitragliare di reti il Perugia giovedì scorso. Attenzione.
DEL PRETE 5,5 - Quando c'è da correre non si tira indietro, ma l'età e gli acciacchi fisici degli ultimi anni di carriera si fanno sentire. Crea sempre traversoni interessanti da destra per le punte, ma soffre molto le ripartenze ascolane. Ammaccato.
DOSSENA 5,5 - Resta uno dei giovani più promettenti di questa rosa. Eppure, contro l'Ascoli fa fatica. Gli inserimenti di Santini e le incursioni di un gigante come Addae, non nuovo a colpi di testa e a soluzioni di potenza da fuori area, lo mettono in difficoltà. Da rivedere.
MONACO 5,5 - Il voto non va letto negativamente. Si sta lentamente riprendendo da uno dei momenti forse più negativi della sua carriera. Nell'ottobre nero del Perugia, aveva letteralmente smarrito la bussola. C'è ancora molto da lavorare per lui, ma pare in ascesa. Convalescente.
PAJAC 5,5 - Dopo prestazioni generose, stavolta anche l'esterno croato si lascia condizionare dall'apatia del resto della squadra, specie nel primo tempo. Si sacrifica nel ruolo di terzino e cerca di farlo al meglio, ma Mogos non lo molla. Rallentato.
BRIGHI 5,5 - Criticarlo sembra sempre ingeneroso, ma il "senatore" di lusso del Perugia ci ha abituato ad una saggezza inossidabile a metà campo. Purtroppo, il freddo condiziona di più chi è in età avanzata. Affaticato. (Dal 60' FALCO 6,5 - Segna la rete decisiva e tanto basta. Si incarta, come capitato anche in passato, in qualche giocata di troppo nei suoi primi venti minuti di gioco ma quel destro secco manda il Curi in visibilio. Golden gol.)
COLOMBATTO 6,5 - Non vorremmo passare per colombattomani, ma il regista argentino è un giocatore da categoria superiore, un prodigio che a soli 19 anni ha già preso in mano le redini del centrocampo biancorosso, brillando anche nelle peggiori partite. Luminoso.
BANDINELLI 6 - Con Breda si è definitivamente guadagnato un posto da titolare. Stavolta è meno dinamico che nelle partite precedenti, ma non si scompone mai e agisce bene in fase di interdizione. Qualche sbavatura non ne scalfisce la prestazione generale. Si può dare di più.
BUONAIUTO 5 - Dopo la prova importante col Carpi, continua il periodo buio per il trequartista voluto da Bucchi e rilanciato da Giunti. Tenta qualche sortita ma le sue iniziative si spengono tra le maglie della retroguardia ospite. Abulico. (Dall'81' CERRI 6,5 - Dopo le prestazioni di Terni e Udine, si conferma l'unica punta capace di sfondare, difendere palla e giocare spalle alla porta, smistando palloni preziosi per i compagni. Una punta così mancava dai tempi di Fabio Bazzani. Completo.)
DI CARMINE 5 - Non ci siamo. Con l'Ascoli, così come a Terni, l'attaccante toscano scompare lentamente dal campo. Mengoni e Gigliotti lo contengono con fin troppa facilità. Quando ha la palla giusta nel finale di gara, ancora sullo 0-0, si fa ipnotizzare da Lanni. Involuzione.
HAN 5,5 - Come a Terni, dove il campo era fradicio, stavolta è il gelo condizionarlo. Tenta di aggredire la profondità ma si infrange spesso sulla retroguardia picena. Quando Breda lo sposta sulla corsia sinistra, sembra ancora più in difficoltà. (Dall'85' TERRANI sv)
Andrea Fais- Agenzia Stampa Italia