(ASI) Il Perugia batte il Frosinone e si rialza immediatamente dopo la beffarda sconfitta di Palermo. Lo fa nella maniera più convincente, perché la trasferta in terra siciliana avrebbe potuto assestare un colpo pesante sul piano psicologico, oltre che su quello fisico.
Dopo aver affrontato in appena tre giorni due delle squadre più attrezzate per la promozione in A, cioè Parma e Palermo, il successivo impegno, programmato in calendario direttamente al sabato, vedeva di scena al Renato Curi un'altra grande pretendente al vertice, ovvero quel Frosinone che lo scorso anno è clamorosamente uscito contro il Carpi nella semifinale degli spareggi-promozione, al termine di una partita combattutissima e densa di recriminazioni arbitrali da parte emiliana.
La partita
I ciociari sono scesi in campo con il 3-4-3 ormai rodato dal nuovo allenatore, Moreno Longo, ed un tridente offensivo tra i più "minacciosi" della serie B, composto da Daniel Ciofani, Dionisi e Ciano. Nel primo tempo, la partita è rimasta piuttosto equilibrata, con gli ospiti, apparsi per lunghi tratti addirittura imballati, che si sono affidati ai tanti traversoni nel mezzo a cercare l'ariete Ciofani, ed un Perugia più tonico, specie nella prima mezz'ora, che ha trovato il vantaggio con un'azione da manuale avviata da Di Carmine, proseguita da Bandinelli e Buonaiuto e conclusa ancora da Di Carmine, autore della rete decisiva.
Nel secondo tempo, sono stati i giallazzurri laziali a prendere in mano il pallino del gioco. In particolare, tra il 15' ed il 35', la squadra di Longo ha più volte cinto d'assedio l'area dei grifoni, creando cinque occasioni pericolose con un traversone insidioso di Dionisi, sul quale Daniel Ciofani non è arrivato per poco, un tiro rasoterra dalla distanza di Gori, messo in angolo da Rosati, una botta di Dionisi sul secondo palo, un rasoterra mancino di Ciano ed una rasoiata del solito Dionisi sul primo palo, su cui l'estremo difensore del Perugia è stato determinante con tre interventi reattivi, che hanno salvato il risultato.
Nel mezzo, tuttavia, i padroni di casa non sono stati a guardare, perché nelle azioni di rimessa sono andati vicini al raddoppio in almeno un paio di occasioni: prima con Han, che ha colpito di testa a colpo sicuro davanti alla porta, trovando un prontissimo Bardi, e poi con Terrani che, a conclusione di una discesa personale, ha lasciato partire un destro insidiosissimo, spentosi sul fondo a pochi centimetri dal palo alla destra del portiere frusinate. Negli ultimi quindici minuti di gara, il subentrato Zanon ha garantito freschezza sulla fascia destra sfruttando gli spazi lasciati scoperti dal Frosinone e creando diverse situazioni di pericolo per la difesa giallazzurra.
Le polemiche
In sala stampa, il tecnico Longo ha recriminato per due decisioni arbitrali giudicate sfavorevoli, tra cui la presunta mancata espulsione di Zanon all'88' ed il fuorigioco fischiato a Dionisi nel secondo tempo, sul quale - a detta dell'allenatore dei ciociari - i filmati di Sky sarebbero chiarissimi nell'evidenziare l'errore del fischietto Abbattista di Molfetta. Il fermo-immagine, in realtà, mostra sì i piedi dell'attaccante del Frosinone piantati a terra in posizione regolare, ma parte del corpo (testa e braccia) abbastanza sbilanciati in avanti, qualche centimetro oltre la linea dell'ultimo difensore biancorosso. Il guardalinee, perfettamente in linea con l'azione, ha ritenuto di dover alzare la bandierina in una decisione comunque estremamente difficile da prendere al momento.
Ciò che ha più colpito tra gli addetti ai lavori presenti, è stato tuttavia ciò che Longo ha aggiunto in seguito, additando al team arbitrale una «scarsa serenità» nella valutazione complessiva della partita per effetto delle polemiche che hanno seguito Palermo-Perugia, quasi ad insinuare che in Lega si sia innescato un meccanismo di compensazione in favore del Perugia. In realtà, nessuno a Pian di Massiano si era lamentato per la direzione, oggettivamente deludente, dell'arbitro Ros di Pordenone sul campo dei rosanero. Al contrario, il tecnico Giunti e il capitano Lorenzo Del Prete avevano cercato di gettare acqua sul fuoco con le dichiarazioni rilasciate nell'immediato dopo-partita al Renzo Barbera, preferendo sorvolare sull'argomento e sottolineare le colpe e degli errori della propria squadra, mostrando uno stile ed una serenità che, se difettano in qualche città di questa serie B, di certo non lo fanno a Perugia.
Ai grifoni resta invece la consapevolezza di aver ottenuto una vittoria preziosa contro una squadra di livello, dopo una serie estenuante di partite durissime (compresa la difficile trasferta di Cittadella), molte delle quali affrontate senza diversi titolari. Non deve mai sfuggire agli addetti ai lavori che questo campionato non lascia molto spazio alle recriminazioni o alle pacche sulle spalle. Conta solo mostrare lucidità mentale, prima che fisica, costruire un'efficace organizzazione di gioco, saper soffrire ed incamerare più punti possibili. Grossomodo, le armi con cui lo stesso Frosinone si è fatto avanti negli ultimi anni, portando nel 2015 la serie A in una città che non l'aveva mai vista prima.
PAGELLE
Rosati 8 - Le polemiche del dopo-Cittadella sono oramai lontane anni luce. Para tutto il possibile e si mostra sicuro anche nelle uscite. In almeno tre occasioni, strozza l'urlo in gola dei 250 frusinati presenti al Curi, già pronti a festeggiare un gol del pareggio che non è mai arrivato. Uomo-ragno.
Del Prete 6,5 - Giunti lo aveva detto. Lui e Zanon potranno smaltire i rispettivi affaticamenti avvicendandosi l'un l'altro. Affronta bene i due esterni d'attacco del Frosinone, sempre pronti a scambiarsi le posizioni. Nella ripresa soffre un po' il subentrato Beghetto, più fresco. Cursore.
Volta 7 - Se c'è una certezza sul manto erboso del Curi, si tratta dei suoi recuperi. Anche di fronte a punte del calibro di Dionisi, Ciano e Daniel Ciofani non si scompone, non cade in tranelli ed interviene in modo sempre attento e pulito. Pilastro.
Monaco 7 - Si dimostra ancora una volta l'ideale compagno di reparto di Volta. Il colosso napoletano fa valere tutta la sua stazza contro Daniel Ciofani e lo neutralizza quasi sempre, con gran mestiere e un po' di fortuna, che non guasta mai. Gigante.
Pajac 6,5 - La fase di adattamento al ruolo di terzino sinistro non è ancora completata, ma si sta dando un gran da fare con sacrificio e umiltà. Si ritrova di fronte un attaccante del livello di Ciano, e qualche volta anche Dionisi. Generoso.
Emmanuello 5,5 - Non è ancora entrato pienamente negli schemi di centrocampo di Giunti. Fa fatica ad inserirsi ed appare più lento dei suoi compagni di centrocampo. In sua difesa, va ricordato che questa era la sua prima da titolare in campionato. Rimandato. (dal 79' Zanon sv)
Colombatto 7 - Si conferma il fulcro del gioco di Giunti. Ad averlo capito, ormai, sono anche gli avversari, che lo bersagliano di entrate e colpi. A Palermo, come visto, ma anche ieri col Frosinone. Lui risponde con dribbling secchi e passaggi filtranti. Classe.
Bandinelli 7 - Con l'infortunio di Brighi ha preso saldamente in mano il ruolo di mezz'ala sinistra, e lo ha fatto con personalità non comune. Passa da lui il fraseggio da manuale che porta al vantaggio di Di Carmine. Furetto.
Buonaiuto 6,5 - Nel primo tempo conferma le sue prestazioni recenti. Suo è l'assist al bacio per la conclusione vincente di Di Carmine. Nel secondo, la stanchezza si fa sentire e quando Giunti lo sposta sulla fascia destra sembra quasi stizzito. Risorsa.
Di Carmine 7 - È forse l'attaccante più divisivo dai tempi di Marco Ferrante. C'è chi lo ama e chi avrebbe voluto cederlo già in estate. Se continua a segnare in questo modo, noi ci schieriamo senz'altro dalla parte dei primi. (dall'88' Mustacchio sv).
Han 6,5 - Corre, aggredisce gli spazi e cerca di servire il compagno smarcato, ma per un generoso come lui tre partite in sette giorni sono decisamente troppe. Sfiora il raddoppio di testa nei primi minuti della ripresa ma mette la palla alta e troppo sul portiere. Guerriero. (dal 67' Terrani 6,5 - Chiamato al non facile compito di sostituire uno stanco Han, riporta lucidità in avanti, tiene la palla lontana e sfiora il raddoppio con un rasoterra velenoso. Freschezza.)
Andrea Fais – Agenzia Stampa Italia