(ASI) Cesena. È mancata solo la vittoria, ma si è visto un gran bel Perugia. La mano di Bucchi ha plasmato in poco tempo una sarabanda organizzata che non dà punti di riferimento agli avversari, un moto perpetuo tutt'altro che casuale, nel quale ognuno sa cosa deve fare per la squadra.
Personalità, pressing alto, palleggio a metà campo, accelerazioni sulle fasce, cross dal fondo. Insomma, l'anca del calcio: estetica unita a concretezza. Le perle di Guberti, l'intraprendenza di Dezi, la ferocia da mastino di Zebli, l'opportunismo di Bianchi che è stato spesso al posto giusto, ma forse un po' solo in area. La difesa ha retto bene, aiutata dalla mediana. Su tutti Del Prete, che all'inizio aveva (e sapeva crearsi) spazi a destra e ha rimesso al centro cross molto invitanti. Tutto bene, la partita quasi perfetta, grifoni intraprendenti ma non spericolati, capaci di possesso palla non fine a se stesso, ma sempre votato alla finalizzazione. Cesena irretito per tutto l'incontro, risultato che il Perugia avrebbe potuto anche blindare nella ripresa se avesse portato a conclusione una serie di situazioni di gioco favorevoli. In questo quadro, solo un errore su corner, purtroppo pagato a caro prezzo e immeritatamente, una marcatura persa in mezzo all'area da Alhassan, che forse non era l'uomo adatto per marcare il difensore Ligi venuto avanti nell'assalto finale dei suoi. Per il resto, un Perugia autorevole, che dà l'impressione di divertirsi giocando. Scioltezza, sicurezza nei movimenti, nessun timore reverenziale nei confronti di un avversario che parte tra i favoriti della serie B. Solo, forse, una flessione nella gestione del pallone, sicura e convincente fino alla mezz'ora della ripresa, poi meno fluida e troppo speculare rispetto alle palle lunghe del Cesena per la torre Duric. Ma stiamo parlando di dettagli, perché la sostanza è che il Perugia ha aspettato il posticipo del lunedì per dire forte e chiaro al campionato e alla critica che non sarà facile ignorarlo. Sabato sera contro il Bari al Curi si aspettano gradite conferme.
Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia