(ASI) Il Milan domina, la Juve stecca ancora. Dopo tre partite di squalifica, Ibraimovich è tornato in campo e da solo ha annientato con una tripletta il Palermo, che è crollato sullo 0 a 4 (l’ultima rete di Thiago Silva). La Juve parte bene contro il Chievo, sfiora subito il vantaggio, poi da una respinta di un colpo di testa di Chiellini da parte di Sorrentino, De Ceglie appoggia in rete per il suo primo goal in serie A. La Juve è sprecona e non capitalizza con Vucinic, né con Padoin, anche se c’è sempre un ottimo Sorrentino. Conte non è convinto, perché il Chievo è velenoso nelle ripartenze, anche se Buffon fa buona guardia. Verso fine primo tempo esce Barzagli per infortunio (fortunatamente nulla di grave) e subentra Bonucci. Juve leziosa e Chievo pericoloso con Moscardelli in un paio di occasioni. Al ’76 lo Juventus Stadium viene gelato da una discesa del solito Moscardelli, che serve il senegalese Dramé, Buffon battuto, Bonucci stoppa, ma non trattiene. Il difensore insieme a Vucinic viene contestato, Conte è rammaricato, ma è evidente che la Juve è stanca: Pirlo non è più lui, Marchisio è da un po’ opaco, i tre davanti segnano poco; e continua la pareggite cronica (12 pareggi e 8 con squadra piccole). Conte però non è esente da colpe, mette Del Piero troppo tardi, non schiera uno scalpitante Quagliarella e dà troppe change a un Vucinic, che non gira per il verso giusto. Certo se Sorrentino non si fosse superato con Pirlo al ’90, sarebbe stata un’altra storia. La Juve è imbattibile, ma non vince e i tifosi non sono contenti, sembra che poi il poker del Milan abbia riportato la Juve a terra e che questo scudetto sia più un miraggio che una realtà. E’ vero che con il recupero a Bologna, vincendo si riprenderebbe la vetta, ma c’è la sensazione che la Juve non fa più paura, riconosca la superiorità (oggettiva) del Milan e che la magia si sia spenta. Qualcosa deve cambiare, se la magica parola potrà essere urlata a maggio, ma il sogno si allontana…