(ASI) Per quanto il finale abbia regalato delle emozioni, la stagione non può definirsi positiva per una Juventus che era da nove anni detentrice del titolo e che si deve accontentare con un grande sospiro di sollievo solo del quarto posto e di due coppe minori.
SZCZSENY 6
Alti e bassi. Tra gennaio e febbraio sembrava in stato di grazia, ma poi a partire dal grave errore con il Porto ci sono stati diversi errori e sbavature. E’ un buon portiere, ma forse serve qualcosa di più.
BUFFON 10
Cosa chiedergli di più? Ha vinto tutto e di più. Ha 43 anni, si mette umilmente a fare il gregario, ma vince la sua sesta Coppa Italia, raggiungendo un altro record, fa anche una partita sontuosa contro il Barcellona. Ci si chiede come sarebbe andata a finire se con il Porto ci fosse stato lui in porta. Lascia definitivamente la Juve, ma questi 20 anni non possono dimenticarsi.
PINSOGLIO 6
E’ un grandissimo uomo di spogliatoio. Sempre allegro e pronto a motivare i suoi compagni. Gioca una partita e prende goal, ma nella squadra uno come lui serve.
CHIELLINI 7
Tanti acciacchi con cali vistosi in partite chiavi come con Inter, Milan e Napoli. Se stesse bene, sarebbe ancora il leader assoluto della difesa. Uomo intelligente, grande capitano, probabilmente è giusto che lasci e che passi dal campo alla scrivania e farà sicuramente bene viste le sue doti. Se continuasse, non sarebbe male, ma la sua instabilità fisica potrebbe essere un problema.
BONUCCI 5
Molti errori, spesso arroganza. Senza Barzagli e Chiellini dei tempi d’oro si vedono i suoi limiti difensivi. Bravo nell’impostare, ma gli anni pesano e gli errori si fanno sentire. Potrebbe essere il nuovo capitano, ma le prestazioni non sono più quelle di un tempo e serve un ricambio.
DE LIGT 8
E’ lui il presente e il futuro. Fa reparto da solo, sopperendo alle varie mancanze dei compagni. Ha dominato avversari ostici come Lukaku, Ibra e Zapata. Giovanissimo, ma già esperto ed è sicuramente migliorato molto dagli inizi dell’anno scorso. La nuova Juve parte da lui.
DEMIRAL 5
Ha grande potenziale, ma i guai fisici lo hanno limitato. Scontento per aver giocato poco e con le presenze scomode di Chiellini e Bonucci. Può essere un’ottima pedina di scambio o uno su cui puntare, perché le qualità le ha, nonostante la stagione sfortunata.
DANILO 7
Ha sorpreso tutti. Da quasi bidone a uomo tutto fare: laterale di destra e di sinistra, nella difesa a tre e persino in mediana. Dopo stagioni difficili ha dimostrato di valere e il suo impressionante curriculum. Una delle poche note liete della stagione.
ALEX SANDRO 6
Il minimo sindacale. Troppo poco per uno come lui. Vuole andarsene e si è capito, un ciclo è finito e forse è giusto che sia così.
FRABOTTA 5
Si impegna, ma dalla C alla Juve il salto è grosso e si vede. Un esperimento di Pirlo andato a male.
CUADRADO 9
Un gigante. Assist, grinta a volontà, suppliva dietro alla mancanza di un regista e la prova contro l’Inter è stata fondamentale per salvare la stagione. Il vero leader è lui, si sacrifica in difesa e fa bene, va in avanti e crea il panico tra gli avversari. Che altro?
ARTHUR 5
Alti e bassi, sembrava sul punto di essere l’uomo chiave a metà stagione, poi è caduto nell’anonimato. Pirlo non lo ha valorizzato, lui ha qualità, ma al momento Pjianic si fa rimpiangere. Meriterebbe fiducia e di essere affiancato dagli uomini giusti.
BENTANCUR 4
Involuto. Allegri lo ha lanciato, Sarri lo ha valorizzato, Pirlo lo ha mortificato. Così non va, alcune prestazioni imbarazzanti. Non è un regista, non segna, è un buon recupera palloni, ma i cali di concentrazione lasciano perplessi.
RABIOT 6
Meglio dell’anno scorso. Pecca sempre di continuità, cinque goal li ha fatti tra cui quello dell’ultima speranza con il Porto. Grandi potenzialità, ma non convince. Globalmente la stagione è accettabile, ma non a 7 milioni l’anno.
RAMSEY 3
Sempre peggio. A inizio stagione sembrava aver trovato una dimensione, ma poi si è perso e ha fatto una stagione ancora più deludente. 7 milioni pure lui con esiti ancora peggiori. L’auspicio è che sia ceduto e che non sia l’ennesimo caso di mercato.
MCKENNIE 6
Preso come oggetto misterioso, a un certo punto sembrava la rivelazione del campionato. Sei goal in stagione tra cui quello al Barcellona e al Torino, poi si è perso, facendosi notare più per le bravate. L’involuzione è stata a seguito del riscatto, forse la fiducia gli ha dato alla testa. Potrebbe essere utile data l’età, ma va gestito e disciplinato.
BERNARDESCHI 3
Di male in peggio. Si ostina a rimanere, blocca il mercato e non combina nulla. Né in attacco, né come esterno, né in difesa. Zero goal e tanta confusione. Avrebbe i mezzi, ma lui e la Juve si devono separare per il bene di entrambi.
CHIESA 8
Qualche difficoltà iniziale, ma poi travolgente. 14 goal stagionali, partendo come esterno. Prestazioni sontuose, l’unico a crederci per la Champions, decisivo per la conquista della Coppa Italia. Chi aveva qualche perplessità su di lui, è stato smentito. Umiltà, grinta e talento. Altro pilastro della nuova Juve.
KULUSEVSKI 7
Alti e bassi. Partenza ottima come il finale, in mezzo confusione data anche da Pirlo che non lo sapeva collocare. Ricordiamoci che è un 2000 ed è il suo primo anno in una big, quando ci si mette è devastante prova ne è la finale di Coppa Italia. Merita fiducia.
MORATA 6
Partenza eccezionale, poi si è un po’ perso. Ha realizzato ben 20 goal in stagione, soprattutto si è distinto per il girone di Champions. In campionato ci si aspettava di più. Il riscatto da 60 milioni non li vale, da riflettere su un rinnovo del prestito, perché sa stare al suo posto ed è integrato nell’ambiente. Non è un attore primario, né soprattutto il centravanti tanto cercato, ma una buona opzione per l’attacco.
DYBALA 5
Ha avuto tanta sfortuna e molti impedimenti, ma visti i capricci per il rinnovo e la bravata a villa Mc Kennie non ci siamo. Ha raggiunto i 100 goal in bianconero, ma solo con 5 reti: davvero poco. Sarà un caso di mercato ed è bene riflettere cosa farne, perché un Dybala così non serve a nessuno.
RONALDO 7
Il suo lo fa sempre. Capocannoniere con 29 goal e 100 goal in bianconero, ma non decisivo in Champions, dove ha sbagliato la partita con il Porto. Al momento l’investimento non paga e gli anni si iniziano a far sentire: le punizioni che tira, sembrano una gag comico e non regge il ritmo di tutta una partita. Non vuole essere mai sostituito e vuole il gioco di sé. Per carità, a 36 anni è un fenomeno, salta come nessuno e segna sempre, ma 31 milioni all’anno sono troppi per le casse della Juve? Un altro anno per cercare di dare un senso all’investimento fatto con un’ultima possibilità o lasciare e ridurre i costi? Se arrivasse Zidane, che lo conosce, sarebbe da rifletterci bene.
PIRLO 5
Il finale di stagione rende il giudizio meno severo. Non è ancora pronto per la Juve. Una formazione mai trovata, a volte un po’ di supponenza. Ha vinto due Coppe e ha raggiunto il minimo sindacale in campionato, ma il gioco non c’è mai stato. Ha la stoffa per essere un buon allenatore, ma serve la gavetta e un’esperienza con squadre meno blasonate per capire a fondo la realtà da allenatore.
PARATICI 2
Imbarazzante. Solo il caso Suarez meritava l’esonero. C’erano delle avvisaglie da prima e la squadra è stata depotenziata. Contratti pesantissimi, plusvalenze senza senso e un centrocampo creato da far rabbrividire. Era il buon braccio destro di Marotta, ma da solo è pessimo. Casi spinosi come Khedira, Mandzukic, Dybala svendite di Emre Can e Kean, senza contare la continua difficoltà a piazzare gli esuberi. Il credito è esaurito così come la pazienza. Lui è ha scavato la fossa ad Allegri, ma lo ha fatto in realtà a sé stesso.
NEDVED 4
E’ un peccato che si scalfisca un mito sul campo. Gli ultimi anni hanno mostrato arroganza e supponenza. I risultati parlano chiaro e serve più umiltà.
AGNELLI 4
L’operazione della Super lega rischia di costare cara. L’esperimento Pirlo è stata una follia. Per carità, la rinascita del decennio parte da lui, ma gli errori di questa stagione sono pesanti. Sicuramente un mea culpa e un repulisti di tutta la dirigenza e di Pirlo darebbe la prova che può proseguire nel suo ruolo.
Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia