(ASI) Roma. Dopo la Coppa Italia la Lazio ci prende gusto. Anche il derby di ritorno di campionato parla biancoceleste: i ragazzi di Simone Inzaghi sono riusciti ad avere la meglio su una Roma certamente volenterosa e che ha cercato finché ha potuto di approfittare del 2-2 della Juventus a Bergamo, ma nello stesso tempo evanescente per gran parte della gara.
Hanno vinto giustamente i cugini, che hanno mostrato una determinazione e una fame maggiore e che non si sono demoralizzati dopo il torto subito a fine primo tempo, quando Orsato da Schio ha fischiato loro un rigore che non c'era che avrebbe potuto tagliare le gambe a chiunque. Si è giocato davanti a circa 45mila persone: significativa la coreografia della Nord, con un enorme striscione con su scritto "Arrivederci al prossimo incubo", chiara profezia di quello che sarebbe accaduto in campo. Ma veniamo alla cronaca di questo derby molto intenso. La partita per la Lazio inizia in salita: Immobile accusa sintomi influenzali nel riscaldamento e Simone Inzaghi è costretto a ripiegare su un 4-5-1 abbassando Lukaku sulla linea dei difensori e affidandosi a Keita unica punta. Tutto confermato invece da parte giallorossa, con il 4-2-3-1 di matrice spallettiana. È proprio la Roma che cerca di approfittare in avvio di questi contrattempi: già al 1' Dzeko viene pescato in area da un millimetrico lancio di Strootman, ma la sua botta sotto la traversa viene deviata d'istinto da Strakosha. L'estremo difensore della Lazio è costretto a metterci una pezza al 7' su Salah, che da posizione leggermente defilata ha cercato il palo lungo. Alla prima occasione che è riuscita a mettere il naso fuori dalla sua metà campo la Lazio è passata in vantaggio: autore del gol Keita, che si accentra e con un preciso rasoterra infila Szczesny. Il portiere polacco potrebbe capitolare altre due volte, entrambe su botta dal limite di Parolo al 17' e al 38', ma si dimostra sempre attento. La Roma non sembra riuscire ad organizzare una reazione importante ma ci sono due episodi che cambiano almeno momentaneamente il corso di questa stracittadina: al 42' Lukaku è costretto ad uscire per problemi fisici, gli subentra Felipe Anderson con la Lazio che passa al 3-4-3; al 44' Orsato concede un rigore ai giallorossi per un fallo di Wallace su Strootman che poi le immagini smentiranno clamorosamente. Non c'è contatto e il direttore di gara, evidentemente male assistito dagli addizionali, commette un errore pesante. Dal dischetto trasforma De Rossi, al suo secondo gol in un derby, con Strakosha che intuisce e non ci arriva. La Curva Nord non gradisce e urla per buona parte della ripresa slogan come "Ladri" e "Rigore" e ad inizio ripresa, i propri beniamini rischiano di andare sotto: è il 2' quando un'iniziativa di Salah sulla sinistra mette in condizione Dzeko di battere a rete da distanza ravvicinatissima, Strakosha compie il miracolo. Gol sbagliato gol subito perchè al 4' la Lazio torna avanti: Basta controlla palla al limite e scarica un sinistro che, leggermente deviato, tocca il palo e si infila in porta. Keita e Anderson vanno vicini al tris in un paio di occasioni e Spalletti cerca di correre ai ripari inserendo Perotti al posto di Fazio, passando al 4-3-3 con lo spostamento di Rudiger al centro. C'e poi spazio per l'ingresso al 27' di Totti al posto di De Rossi, una sorta di avvicendamento tra capitani. Sull'altro fronte anche De Vrij accusa dei problemi e viene sostituito dal connazionale Hoedt. Le mosse del tecnico di Certaldo tuttavia non sortiscono gli effetti desiderati: si aprono ampi spazi per il contropiede dei laziali, dapprima non concretizzato da Anderson, che al 36' spara sui piedi di Szczesny in uscita, sfruttato 3' dopo da Keita, imbeccato alla perfezione da Lulic. A completamento della giornata completamente da dimenticare per la Roma il rosso a Rudiger nel recupero per un colpo proibito a Djordjevic. Vince quindi la Lazio e ottiene tre punti che potrebbero dire Europa League.
Enrico Fanelli Agenzia Stampa Italia