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Addio Bianco(Del)Neri

“Voglio una rivoluzione mentale”. 9 tiri contro 2, vantaggio territoriale e possesso palla per la Juve. Risultato? 2 a 0 per il Bologna ed ennesima sconfitta.

Questa è la disfatta che dà l’addio alla Champion e consacra un’altra stagione fallimentare. La Juve ci prova, ma non punge, non riesce ad imporsi e un Bologna un po’ provinciale colpisce nel secondo tempo con l’ex Di Vaio. Nel primo tempo i padroni di casa avevano centrato un palo con Iaquinta e avevano imposto più gioco. Poi Del Neri mette subito dentro Del Piero, spento e Toni, macchinoso per provare a vincere, levando Martinez, evanescente come al solito e Iaquinta. La Juve si ritrova con un inedito centrocampo a tre con Marchisio, Melo e Krasic come mediano. Il Bologna affonda e la Juve viene colpita. Dal 4-4-2, al 4-3-3 al 3-4-3 con Pepe al posto di Grygera, ma non basta: Juve condannata senza appello e soprattutto Del Neri completamente in palla.

C’è bisogno di uno scossone e l’unica cosa consigliata è silurare Del Neri, che come si era detto all’inizio della sua avventura, incapace di gestire una squadra di rango. Eliminati dalla Uefa con un girone facile, dalla Coppa Italia e con uno campionato deludentissimo, la Juve deve riflettere e capire che se non ci sono campioni e persone competenti non si può andare molto in là. Non basta vincere alcune isolate partite come quelle con Milan e Inter, se poi non si è mai concentrati, non si ha gioco e si prendono le bastonate con le ultime in classifica (Bari, Lecce, Bologna, Parma). E’ una sconfitta non colossale come quella di Lecce, ma forse brucia di più perché la squadra non riesce a capirci più nulla. La squadra onestamente non è da questa posizione e quella che manca è proprio una guida carismatica, forte. Trezeguet consigliava Mourinho e non avrebbe tutti i torti, perché se non hai i veri campioni, ti ci vuole un mago come Hiddink o Capello, ma non uno che non ha vinto niente. Il miracolo Sampdoria non è il frutto di Del Neri e Marotta, ma di Pazzini e Cassano è questo che non ha capito Agnelli, Presidente fino ad ora molto deludente, indegno del suo nome. E’ ora che si desti e che faccia qualcosa. Punto primo un traghettatore per dare una scossa e poi mercato serio. Roma docet!

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